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Dopo i proclami di riscrivere il piano, il governo fa un bagno di realismo. Il ministro negozia con l’Ue le modifiche per sperare di velocizzare l’iter per la quarta rata
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Nessun definanziamento, ha detto il ministro, nemmeno nel caso degli asili nido, che sembravano l’obiettivo più a rischio.
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Politicamente la fase è delicatissima, il nervosismo palpabile anche se la linea del governo è quella di ostentare il pieno controllo della situazione.
Toni bassi, ma nervosismo e molta stizza quando gli si chiede dei ritardi sul Pnrr. Il ministro per gli Affari europei ma soprattutto con la pesantissima delega alla realizzazione del piano nazionale di ripresa e resilienza, Raffaele Fitto, ha scelto di far fare all’esecutivo un bagno di realismo. Dai proclami sul fatto che il piano debba essere «riscritto» come aveva fatto balenare la premier Giorgia Meloni, la messa a terra è stata meno drastica: dieci proposte di modifica sui 27 obiettivi


