Italia

Il Pd al bivio: restare fuori o governare con Salvini

Il leader della Lega si mette a disposizione dell’esecutivo, Beppe Grillo ricompatta i Cinque stelle. E il Partito democratico di Zingaretti ora valuta l’appoggio esterno

  • La recita europeista di Matteo Salvini mette in agitazione il Pd: «Se c’è la Lega nel governo, appoggio esterno, come come il Pds con Ciampi del ‘93». Poi la smentita ufficiale: aspettiamo, ci fidiamo di Draghi.
  • Ma le minoranze ex dc non la pensano come il segretario Zingaretti. Marcucci: «Se la Lega cambia idea, meglio per tutti». La sinistra interna: mettere «un veto» sul Carroccio, pazienza se «non è lo schema che ha impostato il Colle.
  • Ad agitare il partito anche Renzi e le sue ‘rivelazioni’ su Franceschini sulla fine di Conte. Dopo la nascita del nuov governo, nei dem c’è aria di congresso.

La performance teatrale di Matteo Salvini, a Montecitorio, alla fine del colloquio della delegazione leghista con Mario Draghi, ha l’effetto di uno sparo nel mucchio delle già confuse forze della ex maggioranza. Il leader leghista recita la parte del perfetto europeista, giura con naturalezza che la visione dell’ex presidente Bce «per diversi aspetti coincide» con la sua, che «per il bene del paese deve superare l’interesse personale e partitico» – fin qui sosteneva che il bene del paese era il

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