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Il Pd dopo il Pd, Elly Schlein è l’expat  in missione per salvare la sinistra da sé stessa

LaPresse
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Non è un’aliena, una straniera. La candidata leader è una esule a casa propria, come tanti elettori di centrosinistra,  quella che incarna meglio il percorso di 15 anni, con tutte le sue ambiguità, fragilità e potenzialità. Insieme a Bonaccini rappresenta la fine del complesso di inferiorità post Pci modello Bettini. Per l’estremo tentativo di salvare il partito, forse tardivo

  • Di tutti i candidati che si preparano a contendersi la segreteria, Schlein è la sola che partecipa da esterna, per concorrere si deve iscrivere alla fase costituente.
  • Al contrario di quanto si dice, è quella che del Pd incarna meglio il percorso di 15 anni, con tutte le sue ambiguità, le fragilità, le potenzialità. All’opposto di alcuni soci fondatori che del Pd sembrano aver condiviso tutto e invece, forse, non hanno condiviso quasi nulla.
  • I post comunisti si sono sentiti sempre figli di un dio minore e oggi sono divisi fra Schlein e Bonaccini, molto diversi tra loro, ma compiutamente post, senza i complessi di inferiorità delle generazioni precedenti e dei loro pallidi epigoni.

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