Il renzianissimo Ernesto Carbone si prepara a entrare nel Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno della categoria. L’accordo tra opposizione e maggioranza per l’elezione dei 10 membri laici del Csm dopo qualche scossone sembra reggere, è né la decisione di Carbone (disattesa) di non fare più politica, né la sua controversa comparsa nelle carte dell’inchiesta sulla fondazione Open che vede alla sbarra il leader Matteo Renzi hanno bloccato la carriera del renziano, che passa da un ruolo di rilievo all’altro. Il Movimento 5 stelle e il Pd mugugnano: «Io sarò libero di scegliere chi mi pare o me lo deve dire Conte?», risponde il leader di Italia viva.

La biografia

Nato a Cosenza nel 1974 si è laureato in Giurisprudenza a Bologna. Dal 2001 al 2004 ha lavorato per la società di consulenze fondata da Romano Prodi, Nomisma, diventando poi direttore generale della Fondazione “Governare Per”, guidata anche questa da Prodi.

Dal 2006 al 2008 Carbone è stato capo segreteria dell’allora ministro per le politiche agricole Paolo De Castro. Nel 2013 viene eletto deputato nel Pd e l’anno successivo diventa Responsabile nazionale del Pd con delega alla pubblica amministrazione, innovazione e Made in Italy su nomina dell’allora segretario Matteo Renzi.

Come l’ex leader del Pd, dichiarò in tv che avrebbe legato il suo futuro politico all’esito del referendum costituzionale: in caso di vittoria del “no” il 4 dicembre 2016 avrebbe smesso. Vinse il no, ma né lui né Renzi si ritirarono.

Pochi mesi prima si era fatto notare in occasione del referendum sulle trivelle. Renzi puntava sull’astensionismo, e Carbone dopo il fallimento della consultazione per mancato raggiungimento del quorum, pubblicò un tweet per prendere in giro chi aveva votato. Lì utilizzo il termine “#ciaone”, di cui secondo Wikipedia sarebbe addirittura l’inventore.

Nel 2018 Carbone ritorna tra i candidati in Emilia-Romagna, non eletto resterà fuori dal parlamento, ma non dagli incarichi pubblici collegati alle scelte politiche. Nel 2020 infatti verrà nominato all’interno del consiglio di amministrazione di Terna, la società a controllo pubblico che possiede la rete di trasmissione elettrica nazionale. Il 14 ottobre 2021 Carbone diventerà anche membro del Comitato per le nomine di Terna. Oggi è stato selezionato per essere eletto dal parlamento tra i controllori dei magistrati.

La fondazione Open

La scelta di Carbone non era per forza scontata. La quadra che include il gruppo di opposizione riunisce Azione e Italia viva, ma ha prevalso il lato renziano del tandem con Carlo Calenda.

Su Carbone non ha pesato nemmeno l’indagine che vede Matteo Renzi in aperta lotta con i magistrati, quella sulla fondazione Open per cui è imputato per finanziamento illecito ai partiti.

L’ipotesi dei pm è che aziende e imprenditori vari abbiano versato circa 3,5 milioni di euro tra il 2014 e il 2018 in violazione della legge, e che l’ente fosse un’articolazione del Partito democratico.

Nelle carte si trova come raccontato da Domani anche il nome dell’ex deputato Dem pronto al Csm. Non è mai stato né indagato né imputato, ma menzionato sì. «Si osserva – scrivono i militari – che le che le contribuzioni a favore della fondazione Open erogate da Onorato e dalla Moby spa appaiono finalizzate a consolidare rafforzare i rapporti con esponenti politici del Partito democratico collegati alla fondazione Open (in particolare con l’onorevole Ernesto Carbone e con Luca Lotti)».

Negli atti alcuni scambi di mail tra Onorato, Lotti e Carbone, che evidenzierebbero come l’armatore che ha girato 300mila euro alla Open abbia poi suggerito ai deputati nell’ottobre del 2016 come scrivere un dispositivo legislativo per emendare alcune norme sugli incentivi in favore delle imprese marittime. La legge passerà con testo quasi identico.

Carbone replicherà a Domani che le sue interlocuzioni con Onorato per l’emendamento «furono del tutto normali: è necessario parlare con tutte le categorie e gli imprenditori del settore, soprattutto se si discute di leggi giuste che servivano ad aiutare marinai italiani».

Renzi ha accusato i magistrati del caso di azioni «eversive» e «scandalose» e di tesi accusatorie «farneticanti» e «strampalate». Per l’Associazione nazionale dei magistrati parole che possono portare «a una pericolosa delegittimazione dell'operato della magistratura agli occhi dell'opinione pubblica». Il fedelissimo Carbone adesso andrà a far parte dell’organo costituzionale presieduto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dovrà occuparsene.

© Riproduzione riservata