Il Veneto potrebbe presto diventare zona arancione: lo ha detto il presidente Luca Zaia, in conferenza stampa, facendo riferimento ai dati sull’andamento del contagio: «Il problema è la diffusione dell’epidemia». Il rischio maggiore è che gli assembramenti possano peggiorare ancora la situazione: «Per il black friday ho visto che si sono riempite le vie delle città. Patti chiari, amicizia lunga: così non va bene».

Rischio zona arancione

«Se non evitiamo gli assembramenti, con l’Rt a 1,2 la zona arancione è dietro l’angolo». Da quando è iniziata la distinzione delle regioni fra colori diversi, a cui corrispondono anche diverse restrizioni, il Veneto è sempre stato in zona gialla. Passare alla zona arancione, significherebbe non potersi più spostare da un comune all’altro o verso altre regioni (se non per comprovati motivi di necessità, salute o lavoro). Bar e ristoranti chiuderebbero al pubblico, sette giorni su sette. Sarebbe consentito solo l’asporto, fino alle 22.

La situazione in Veneto

Ma qual è la situazione in Veneto? Su 48.804 tamponi, i nuovi casi di coronavirus sono stati 3.498, nelle ultime 24 ore: la percentuale di positivi, rispetto ai test eseguiti, è del sette per cento. Ci sono stati 83 morti a causa del Covid-19, mentre in terapia intensiva ci sono sette persone in più.

«Gli aumenti dei contagi sono contenuti, ma il virus non è stato sconfitto», ha detto Zaia. Fra chi è ancora positivo, ci sono anche 9mila bambini: per questo le scuole non riapriranno il 9 dicembre. «Non va bene negare che esistano i focolai scolastici – ha detto Zaia –. Non ho nulla contro la scuola, anzi, i ragazzi devono andarci, ma abbiamo l'obbligo di dire quella che è la situazione». 

© Riproduzione riservata