Dopo le polemiche, gli attacchi e le accuse dei politici, ora la magistratura indaga sul Teatro Regio di Torino. Tutto parte da un esposto firmato, ma la storia di intrecci e parentele sta andando in scena ormai da mesi: la nuova assessora alla cultura Rosanna Purchia ha aperto la strada verso il Teatro a Guido Mulé, fratello del sottosegretario alla Difesa, Giorgio, ma su di lui pesano parecchie domande su quanto sia qualificato non solo per il ruolo di direttore generale che ricopre da settembre 2020, ma anche i sospetti per la posizione di sovrintendente per cui è in corso la selezione: infatti lo statuto è stato modificato prima che partisse. Su questo la procura indaga per il reato d’abuso d’ufficio al momento senza indagati, spiega il Corriere di Torino.

Il ruolo ad hoc

Il ruolo di direttore generale è stato creato ad hoc dalla stessa Purchia quando era commissaria del teatro. Al fratello di Mulé è stato fissato un compenso da 110 mila euro il primo anno e poi il doppio: 110 mila euro per il semestre tra settembre 2021 e marzo di quest’anno, che è stato di recente prorogato ancora una volta fino a maggio.
Gli ex Cinque stelle hanno presentato a ottobre un’interrogazione per chiedere come mai Mulè si trovi lì, visto che finora è stato direttore del personale nel settore dell’industria metalmeccanica.

L’unica esperienza attinente, ricordano i senatori, sono gli 11 mesi da luglio 2015 a giugno 2016 come direttore del personale al teatro San Carlo di Napoli, scelto da Purchia, la stessa che a fine 2021 ha fatto cambiare lo statuto del teatro di Torino in vista della nomina del sovrintendente prima di diventare assessora.

Chi è Purchia

Prima di arrivare a Torino, Rosanna Purchia era sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli: «Nel 2009 Salvo Nastasi – attuale segretario generale del ministero della Cultura all’epoca commissario al San Carlo – mi ha chiesto di dare una mano».

Purchia oggi membro della giunta torinese, nata a Napoli, si legge nel curriculum, vista «la passione per la natura e gli animali», come si premura di scrivere lei stessa, avrebbe voluto essere «geologa», ma una volta scoperto il teatro ha deciso di cambiare indirizzo. «Non ho discusso la tesi», risponde senza specificare di quale corso di studi.

E così è diventata responsabile delle maestranze al Piccolo di Milano nel 1976. Poi però, quando Nastasi è diventato commissario straordinario del Teatro San Carlo, è tornata nella sua terra natia, Napoli in qualità di sovrintendente. Nella nuova carica che ha rivestito ininterrottamente fino al 2020 ha percepito 151 milioni di euro all’anno: il compenso più alto elargito dall’ente.

La sua ascesa non si è fermata qui. A settembre 2020 Purchia è stata chiamata con gli auguri di Franceschini a diventare Commissaria-sovrintendente del teatro Regio di Torino. Per la nuova mansione le è stato assegnato un compenso di 133 mila euro più rimborsi.

Una decisione che in questo caso però si è scontrata con gli ex M5s al Senato, che a fine 2021 hanno presentato una prima interrogazione al ministro della Cultura. Nel testo obiettano che solitamente il ruolo di commissario viene offerto a titolo gratuito e chiedono quale sia l’importo effettivamente percepito per i rimborsi. Finora non è mai arrivata risposta.

Tra arte e politica

Purchia oltre che i contatti con il dem Franceschini, nel 2016 fece infuriare il sindaco di Napoli Luigi de Magistris per una telefonata a Eugenio Bennato, fratello di Edoardo.

Il cantautore raccontò che Purchia lo aveva chiamato per chiedergli di partecipare a un evento a favore della riforma costituzionale promossa dall’allora premier Matteo Renzi. Purchia non specifica: «Siamo persone libere, occupatevi di cose più attuali».

E d’altronde, lì al San Carlo, la sovrintendente non era l’unica a essere attratta dagli ambienti toscani proprio mentre era premier Renzi. La responsabile marketing con cui lavorava, Emmanuela Spedaliero, da Napoli si ritrovò a svolgere il ruolo di dirigente presso il sindaco Dario Nardella. Il sindaco chiamerà poi Nastasi nel 2019 a dirigere la Fondazione del Maggio Fiorentino: «Sono cose che bisognerebbe chiedere a loro», ribatte Purchia che aggiunge: «Con Nastasi ho sempre avuto rapporti istituzionali».
I contatti tra teatro e politica della sovrintendente poi commissaria e del direttore generale Mulé hanno fatto storcere il naso a più riprese, anche durante l’avventura torinese. Un collaboratore del Corriere della Sera ha puntato il dito sul cartellone: Dal 14 al 22 maggio scorso, mentre era commissaria, ha portato in scena una “Traviata” con l'allestimento del San Carlo di Napoli, per la regia di Lorenzo Amato.

Il cognome non è di poco conto: è il figlio di Giuliano, l’uomo tra i candidati non ufficiali alla presidenza della Repubblica diventato a gennaio di quest’anno presidente della Corte costituzionale. Dal 12 al 26 marzo prossimi compare una “Norma” ancora una volta con la regia di Amato figlio.
Per par condicio, il 15 gennaio il Regio ha presentato un concerto diretto da Alvise Casellati, il figlio della presidente del Senato, neanche a dirlo anche lei tra i possibili candidati alla presidenza della Repubblica, ma per il centrodestra.
Il primo a mettere in dubbio le qualità artistiche di Purchia è stato de Magistris che non avrebbe voluto la sua conferma a sovrintendente a Napoli già nel 2015. E d’altronde nel suo percorso di successo non manca qualche gaffes. Nel 2019 a suo carico si segnala uno scivolone con i reali di Spagna: il coro dei bambini del teatro intonò l’inno franchista davanti a re Felipe VI e al padre don Juan Carlos. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovette scusarsi. Purchia ricorda: «Mi presi le mie responsabilità».

Il confronto

Attualmente è in atto un confronto tra i soci del Teatro Regio di Torino per la scelta del nuovo sovrintendente, il consiglio di indirizzo è stato convocato a più riprese dal sindaco Stefano Lo Russo (uomo appoggiato sia da Italia viva sia dal Pd).

L’assessora a Domani ha risposto che non compete a lei la nomina ma sul perché abbia deciso di fare diventare Mulé direttore generale spiega: «La fortuna della vita ha fatto sì che in quel momento astrale il direttore Mulé fosse disponibile a venirmi a dare una mano. E mi è venuto in mente un Professionista con la P maiuscola». E Mulé ha mantenuto il suo ruolo anche quando la commissaria è diventata assessora. Al direttore generale è stato fissato il doppio del compenso: «E allora? La sottoscritta insieme a Mulé si è sobbarcata un’enorme carico di responsabilità sulle spalle e ora è stato lasciato solo».

All’inizio si parlava della possibilità di una nomina diretta per il nuovo sovrintendente, ma poi la scelta è modificata: «In vista del consiglio di indirizzo del teatro Regio – aveva detto Lo Russo - proporrò ai consiglieri che l’individuazione del nuovo sovrintendente avvenga a valle di una manifestazione di interesse che pubblicheremo». Le risposte sono state 25 e il portavoce del sindaco ha fatto sapere che non c’è il curriculum di Mulé, non solo: «Non è candidato e andrà a altrove».

In attesa di sapere chi avrà la meglio, i senatori Corrado, Angrisani, Lannutti e Morra nelle scorse settimane hanno chiesto di sapere come mai Franceschini abbia avallato tutto, visto che prima ha firmato e poi prorogato il ruolo di commissaria di Purchia, e soprattutto come mai abbia consentito la modifica dello statuto in modo che ad oggi il requisito base per diventare sovrintendente è la comprovata esperienza gestionale, ma non per forza nel settore della musica e della cultura. Purchia risponde: «Lo hanno voluto i soci del Teatro», di cui fanno parte ministero, comune, regione, banche e imprese.

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