«Purtroppo era tutto già chiaro: far cadere un governo con un presidente autorevolissimo è stato sconsiderato. Anche perché dall’altra parte non c’era una coalizione con una cultura di governo condivisa. Salvini e Meloni erano ai ferri corti già da tempo, Forza Italia era già attraversata dalla frattura fra ala Ronzulli e ala Tajani, la Lega fra ala Salvini contro ala Giorgetti e governatori».

Andrea Cangini, giornalista, ex Forza Italia, è stato l’unico senatore del centrodestra ad aver annunciato e votato in aula la fiducia a Draghi, il 20 luglio. Oggi milita in Azione. Non è stato rieletto, ma sul suo ex partito aveva previsto tutto, basta rileggere i resoconti d’aula.

Perché Berlusconi si è così impuntato per portare al governo Licia Ronzulli?

Dall’inizio della scorsa legislatura ho contestato apertamente il cedimento al salvinismo. Incomprensibile, perché Salvini non ha nulla di liberale. Ma questa tendenza è cresciuta, prevalentemente su spinta di Licia Ronzulli, non so se e quanto condivisa da Berlusconi. Con il risultato imbarazzante che quando Berlusconi ottiene la sua riabilitazione rientrando nel Senato da cui era stato estromesso, in poche ore esce sconfitto, ufficializzando la propria marginalità, causa un’impuntatura, di nuovo per Ronzulli, che difende il proprio diritto divino al ruolo di ministro.

Meloni ha detto a Berlusconi: io non sono ricattabile. Cosa intende?

Leggo le ricostruzioni. C’è chi dice che si riferisca alla giustizia per le note vicende, chi agli interessi delle aziende, chi crede si riferisca al rapporto fra Ronzulli e lui stesso. Tre ipotesi plausibili.

Forza Italia è irrimediabilmente debole nella maggioranza?

Mi raccontano che il rapporto fra Tajani e Ronzulli è ancora tutto da ricomporre. Gli viene imputato di aver giocato in proprio. Ma ormai in Forza Italia da tempo tutti giocano in proprio, è un partito ridotto a cordate personali, su cui Berlusconi non esercita la una guida di un tempo. La risposta è sì: giocare sull’elezione della seconda carica dello Stato è la conferma che manca cultura istituzionale, indipendentemente dalla persona che va a ricoprire l’istituzione.

La persona però è La Russa, quello che le urlava addosso mentre lei annunciava la fiducia a Draghi.

Non ho una affinità nei confronti di La Russa, ma non personalizzo. La Russa ha ricoperto incarichi istituzionali e di governo per trent’anni. La sua elezione non è un affronto alla storia repubblicana, anzi il passaggio di testimone con Liliana Segre può anche essere letto come l’immagine simbolica della chiusura di una guerra civile.

E la collezione di busti di Mussolini che ruolo ha in questa lettura simbolica?

Stiamo ai fatti. La Russa ha detto che celebrerà il 25 aprile e ha riconosciuto la radice antifascista della Costituzione. Se per esercitare quella funzione dovrà uscire definitivamente dalla retorica della paccottiglia del Ventennio e del nostalgismo, la sua elezione sarà stata un acceleratore per tirar fuori la destra italiana dall'empasse storico nel quale si crogiolava.

Il suo “Terzo Polo” si è già diviso su La Russa?

Non sono in aula, non lo so. Escludo che Calenda e i senatori di Azione abbiano fatto giochini. Suggerirei di sovrastimare il sostegno delle sinistre a La Russa, anche perché, nel caso, il Terzo polo avrebbe giocato un ruolo marginale.

Rifiutate un fronte delle opposizioni?

Il Pd anziché combattere e prosciugare il suo nemico a sinistra finirà per abbracciarlo ed essere prosciugato dal M5s di Conte. Per questo gli appelli all’unità delle opposizioni non hanno senso, le opposizioni si uniscono o per combattere il fascismo – ma fra noi del Terzo Polo nessuno ritiene che ci sia il fascismo alle porte – o per correggere gli errori della maggioranza secondo una propria visione di governo. Ma non c’è una visione di governo che accomuni le forze di opposizione. Letta e Conte hanno già fatto un accordo sulle vicepresidenze. Ma in generale Letta ha il terrore di essere accusato di aver ceduto a destra, che è la maledizione del Pd, e quindi si butta a sinistra e sventola vecchie e logore bandiere identitarie.

Dovrebbe abbracciare Calenda e farsi prosciugare da voi?

Dovrebbe decidere chi è. Una sinistra vetero che considera l’imprenditore un padrone o riformista che sa che per risolvere il problema del lavoro la prima cosa da fare è sostenere chi fa impresa.

Ma Renzi dà le carte del Terzo Polo. Non è che alla fine fregherà Calenda?

No, è interesse di entrambi costruire qualcosa di grosso e di nuovo, siamo all’inizio di un nuovo ciclo politico, ma l’offerta è ancora quella del ciclo precedente, possiamo approfittare delle difficoltà di tutti, da Forza Italia al Pd.

Nessuna unità all’opposizione: la maggioranza delle destre può navigare tranquilla?

Si può fare opposizione in tante maniere, non ci sono solo le barricate. Nei prossimi mesi i Fratelli d’Italia saranno costretti a fare una politica europea diversa da quella che hanno raccontato agli elettori, Forza Italia avrà un problema di orgoglio e di futuro. L’opposizione deve entrare nelle loro contraddizioni, tema per tema. Fare il Cln non fa un programma di governo, fa solo casino. E fare casino aiuta la maggioranza.

Renzi è sospettato dal Pd di offrirsi a fare da stampella al governo. Lo escluderebbe?

Lo escludo, detto ora non ha alcun senso.

© Riproduzione riservata