Intervista

Miraglia (Arci): «I governi hanno bisogno dell’emergenza migranti»

Migrants disembark from the German humanitarian ship Rise Above docked in the southern Italian port town of Reggio Calabria, Tuesday, Nov. 8, 2022.German humanitarian group Mission Lifeline said its ship docked in southern Italy early Tuesday and disembarked the 89 people it had rescued in the central Mediterranean. (AP Photo/Valeria Ferraro) Associated Press/LaPresse Only Italy
Migrants disembark from the German humanitarian ship Rise Above docked in the southern Italian port town of Reggio Calabria, Tuesday, Nov. 8, 2022.German humanitarian group Mission Lifeline said its ship docked in southern Italy early Tuesday and disembarked the 89 people it had rescued in the central Mediterranean. (AP Photo/Valeria Ferraro) Associated Press/LaPresse Only Italy
  • Filippo Miraglia è il responsabile immigrazione dell’Arci: più che gli effetti del caso Soumahoro, lo preoccupa l’assenza di soluzioni strutturali ed efficaci. «Eppure la gestione degli ucraini dimostra che c’è un’alternativa».
  • «Non si può predisporre un’accoglienza dignitosa senza una programmazione. Che è un obbligo di legge. Ma i governi, non solo il governo Meloni, non lo fanno. E lavorare nell’emergenza significa far prevalere i Cas, uomini ammassati, sicura propaganda». 
  • «Noi alle prefetture spesso rispondiamo no ai bandi a costi ridicoli, perché vogliamo fare i servizi per bene, assumere gli operatori e pagarli tutti i mesi E non vogliamo abbandonare le persone dentro le case, visto che non ci sono soldi per gli operatori e i servizi. I  prefetti sono costretti a chiamare soggetti per niente adatti, a volte inaffidabili»

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