Al momento della sua nascita, nel settembre 2019, i sondaggi davano il partito di Italia Viva al 5,5 per cento a livello nazionale. Grazie alla nascita del nuovo partito, l'ex primo ministro Matteo Renzi ha potuto dettare le condizioni al governo Conte 2, dove conta due ministre, Teresa Bellanova, all’agricoltura, e Elena Bonetti, alle pari opportunità. Esattamente un anno dopo, al debutto alle elezioni alle regionali 2020, il partito dell’ex premier non riesce a centrare la soglia stimata per l’Italia nemmeno all’interno dei confini toscani. Nella regione del suo leader Iv alleata con PiùEuropa ha ottenuto il 4,5 per cento dei consensi. Ancora a giugno 2020 Renzi sosteneva che una legge elettorale con lo sbarramento al cinque per cento sarebbe andata «benissimo». 

Non ha inciso né in Campania, né in Toscana

L’ex tesoriere del Pd e attuale senatore Francesco Bonifazi, al comitato di Eugenio Giani a Firenze, poco prima dell'arrivo del candidato del centrosinistra aveva detto: «La prima volta è difficile stabilire qual è l'asticella giusta. D’altra parte noi siamo una start up e la prima volta che ci presentiamo in Toscana comunque sia siamo determinanti e saremo determinanti per la vittoria». Ma a guardare i conti il contributo di Italia Viva non è stato determinante né in Toscana, né in Campania, la regione dove il partito di Renzi ha ottenuto il suo risultato migliore in questa tornata elettorale. In Toscana Giani ha vinto con otto punti di distacco. 

In Campania Vincenzo De Luca ha vinto con oltre il 69,5 per cento e ha anche rivendicato una vittoria che va «oltre gli schieramenti». Italia Viva ha raccolto il 7,4 per cento di voti. Nelle Marche ha ottenuto il 3,23 per cento, in Liguria il 2,33, ma in una lista condivisa con il Psi (Partito socialista italiano), PiùEuropa e la lista Massardo presidente, uno dei candidati su cui è sfumato l’accordo tra Partito democratico e Movimento Cinque stelle. 

In Puglia allo 0,96 per cento, in Veneto dietro ai No Vax

In Puglia, dove Renzi osteggiava la ricandidatura del presidente uscente Michele Emiliano, il suo candidato Ivan Scalfarotto, scelto dopo che l’ipotesi di candidare la ministra  Bellanova non si è realizzata, ha raccolto meno dell’1 per cento. Italia viva assieme a PiùEuropa e Azione si è fermata allo 0,96 per cento. In Veneto la percentuale è ancora più bassa: lo 0,64 per cento, dietro al movimento 3V No vax e al Partito dei veneti. 

Il presidente del partito Ettore Rosato ha commentato in un video postato su Facebook: «Abbiamo buttato un seme e abbiamo fatto un grande lavoro». Rosato ha festeggiato la vittoria in Toscana e Puglia e ha aggiunto: «Bello il risultato delle Marche, peccato che non ci abbiamo lavorato prima. Bel risultato in Liguria, si poteva fare meglio se non ci fosse stata quella scelta populista che il Pd e il M5s hanno fatto su un candidato sbagliato». Il leader Renzi ha detto: «I sondaggi ci davano tra il 2 e il 3%, abbiamo preso 4,5 in Toscana. La partita era però se si vinceva o meno. Perché Se avessimo perso di chi sarebbe stata la colpa?». Il crollo dei consensi è colpa degli altri oppure è persino una vittoria. 


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