Italia

La caccia ai senatori va male. Conte prova a recuperare Italia viva

Il premier rimette il mandato e va da Mattarella che gli concede qualche giorno per tenere insieme la sua maggioranza. A sostenerla ci sarà un nuovo gruppo in Senato ma i numeri sono lontani da quelli necessari

  • Dalle dimissioni di martedì a mezzogiorno all’inizio delle consultazioni, mercoledì pomeriggio al Quirinale non è molto il tempo che il presidente Giuseppe Conte ha per rappattumare la maggioranza e catturare qualche voto in più per consentire al presidente della Repubblica di attribuirgli un mandato.
  • Martedì la relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede, casus belli che ha convinto Conte a dimettersi al Colle per non andare a casa, è stata depositata alle camere senza alcuna discussione e votazione. Ma il tema della giustizia tornerà nella trattativa della prossima maggioranza, insieme al Recovery plan. Domani ha scoperto che la scorsa notte Renzi è dovuto tornare in fretta da Riad, in Arabia, dove teneva una conferenza.
  • «A Mattarella non faremo nomi», anticipa l’ex sottosegretario Ivan Scalfarotto. Non c’è «nessuno veto sul Conte ter», dice Ettore Rosato. «Nessun veto, ma non subiamo veti», puntualizza l’ex ministra Teresa Bellanova all’indirizzo di M5s, «e comunque mettendo al centro il programma sul quale si vuole governare il paese».

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