Montecitorio ha approvato la risoluzione di maggioranza in vista del consiglio europeo, l’Aula ha deciso di procedere per quattro votazioni separate staccando la parte sul meccanismo europeo di stabilità, e 13 deputati del Movimento 5 stelle hanno votato in dissenso.

Hanno detto di no alla risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes oltre ai 6 deputati che hanno espresso il loro no intervenendo in aula, ovvero Andrea Colletti, Francesco Forciniti, Pino Cabras, Fabio Berardini, Mara Lapia e Alvise Maniero,  anche i deputati pentastellati Emanuela Corda, Jessica Costanzo, Carlo Ugo De Girolamo, Paolo Giuliodori, Francesco Sapia, Arianna Spessotto e Andrea Vallascas.

I 13 voti contrari dei deputati M5s hanno riguardato tre votazioni su quattro. L’onorevole Vallascas ha detto a Domani di essere «tranquillo». Per quanto riguarda la posizione dei deputati pentastellati che hanno votato no «probabilmente verrà aperta una procedura disciplinare, ma non credo che ci sarà l'espulsione, o almeno non per 13 persone». Nonostante i possibili no anche a Palazzo Madama «immagino che anche al Senato la risoluzione passerà senza problemi».

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte questa mattina si era rivolto soprattutto alla maggioranza per trovare l’unità: «Il tavolo del confronto con le opposizioni rimane sempre aperto ma il Governo ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranza per continuare a battersi in Europa», e aveva avvertito sul confronto: «Il confronto dialettico tra le forze di maggioranza è sicuramente un segno di vitalità e ricchezza ma è senz’altro salutare che sia fatto in maniera costruttiva».

Anche Italia viva, nonostante il partito di Matteo Renzi abbia creato una frattura sul Recovery fund, ha firmato la risoluzione di maggioranza e l’ha approvata.

Il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, ha scritto su Facebook: «Oggi il nostro Parlamento darà mandato a Conte di far valere in Europa la stringente necessità di rivedere il patto. Lo stesso vale per il Mes, del quale va eliminato il peccato originale, la sua natura extra Ue affidata ad un board che non risponde alla politica dei Governi degli Stati».

Non c’è stato l’accordo da parte dei parlamentari di Azione e Carlo Calenda è andato all’attacco: «Azione e Più Europa non voteranno la risoluzione della maggioranza sul Mes in quanto ridicola e indefinita nei contenuti. Se Italia Viva fa sul serio può votare la nostra, altrimenti dopo tanti strepiti, tarallucci e vino. As usual», ha scritto l’ex ministro dello Sviluppo economico su Twitter.

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