Il Ministero della Giustizia e l’Agenzia del Demanio hanno firmato la convenzione per costruire il “Parco della Giustizia di Bari”, che sorgerà nell’area delle caserme dismesse “Capozzi” e “Milano”.

Finalmente, quindi, vengono disciplinate la programmazione, la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere riguardanti il primo lotto. Prima, però, andranno demoliti i vecchi edifici, bonificata l’are e realizzate le opere di urbanizzazione. Un lavoro, quindi, che avrà tempi dilatati. Un passo avanti, però, è stato fatto.

La questione è aperta da due anni e mezzo: il 25 gennaio 2018 era stato firmato il protocollo d’Intesa tra ministero della Giustizia, Demanio, comune e città metropolitana di Bari, corte d’Appello e procura generale del capoluogo pugliese, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e provveditorato alle opere pubbliche per la Campania, Molise, Puglia e Basilicata, integrato successivamente da un ulteriore accordo siglato il 30 luglio 2019.

La storia

Nel 2018, l’edificio che ospitava gli uffici giudiziari è stato dichiarato inagibile e a rischio crollo e per questo è stato sottoposto a sequestro dalla stessa procura della repubblica che lavorava al suo interno. Dopo un periodo di emergenza in cui le udienze penali e il lavoro di cancelleria si svolgevano in tende della protezione civile allestite nel piazzale antistante, da quasi due anni le aule di giustizia sono state ricavate in edifici sparsi ovunque: nei paesi di Modugno e Bitonto, nell’hinterland cittadino; nell’aula bunker di Trani e in un palazzo ex sede della Telecom.

Il problema della mancanza di spazi sufficienti e dignitosi si è riproposto anche nel periodo della ripresa post Covid: le aule di fortuna, infatti, non sono abbastanza grandi per ospitare procedimenti con troppe parti. 

In questo periodo, inoltre, a Bari si sta celebrando il processo per il crac della banca popolare e il problema della mancanza di spazi è diventato ancora più impellente. Un’ipotesi sul tavolo è l’affitto dei locali della fiera del Levante, che ha locali grandi a sufficienza per essere a norma con le prescrizioni Covid e ospitare la carica delle moltissime parti civili costituite. Se ne sta occupando la Conferenza permanente che riunisce i vertici della giustizia barese.

«Nella scorsa seduta abbiamo lanciato un grido di allarme a tutte le istituzioni perché intervengano in nostro aiuto», ha detto il presidente Stefanì. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, si è messo a disposizione per convincere l’ente fiera, ma per ora la situazione rimane sospesa.

I fondi del Recovery 

La convenzione prevede che si svolgano al più presto le gare d'appalto necessarie all’affidamento dei servizi tecnici e delle opere. La progettazione esecutiva e l’aggiudicazione dei lavori perchè, si legge nel comunicato del ministero, “potranno beneficiare delle norme inserite nel decreto semplificazioni, in quanto, proprio per velocizzare situazioni come quelle di Bari, anche l’edilizia giudiziaria è stata inserita tra le attività che potranno essere realizzate con le modalità semplificate, introdotte nell’ordinamento per favorire la ripresa del sistema economico e produttivo”.

Il ministero della Giustizia ha stanziato ad oggi 95 milioni di euro per il primo lotto ma il progetto è una delle priorità indicate da via Arenula per spendere i fondi europei del Recovery fund.

«Risolvere una volta per tutte la questione del palazzo di Giustizia barese è un’assoluta priorità», ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ricordando che «quando mi sono insediato la Giustizia veniva celebrata nelle tende: una situazione inaccettabile e non rispettosa dei cittadini e degli addetti ai lavori, per la quale mi sono immediatamente attivato. Dopo aver dato agli uffici giudiziari una sistemazione dignitosa, seppur provvisoria, adesso procediamo in maniera spedita verso l’obiettivo di dare alla città il polo giudiziario che merita».

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