Il leghista ha scelto due vice – Vannnacci e Sardone – estremi e non provenienti dalla base. La freddezza di Zaia e il fastidio di La Russa, che da Milano gli ricorda: «Noi il primo partito»
Matteo Salvini appare più convinto che mai e sempre meno portato ad ascoltare voci interne discordanti: il futuro della Lega è a destra. Con l’ultima infornata di nomine politiche nell’organigramma del partito – il generale Roberto Vannacci, fresco di tessera, e Silvia Sardone, anche lei europarlamentare, promossi vicesegretari – la linea è sempre più marcatamente quella di andare a occupare lo spazio più conservatore nell’arco parlamentare. Vannacci non è secondo nessuno quando si tratta di sup



