- L’ex Cavaliere fa un passo indietro «per responsabilità nazionale» e blocca il premier a palazzo Chigi Irritazione di Meloni che non può firmare l’elogio del premier. Salvini: ora faremo le nostre proposte.
- Prima del vertice, slittato di due ore, nel pomeriggio l’ex cavaliere tenta un’ultima disperata carta con i suoi ministri e i sottosegretari. Li riunisce e annuncia: «Non ho ancora deciso». E sparisce dallo schermo spiegando di dover fare ancora «un giro di telefonate»
- Ma ora, dice Berlusconi, il centrodestra può procedere su una candidatura condivisa e «con un consenso vasto».. Ma i nomi fatti finora – Casellati, Pera, Moratti – sono invotabili per il Pd.
Rinuncia alla corsa «per responsabilità nazionale», anche se – assicura – aveva «i numeri», continuerà «a servire il paese in altro modo», evitando che sul suo nome «si consumino polemiche o lacerazioni che oggi la nazione non può permettersi». Con toni esageratamente enfatici Silvio Berlusconi fa l’atteso – e scontato – passo indietro. Ritira la sua autocandidatura alla presidenza della Repubblica. Il colpo di teatro è una seconda scelta, ma riesce. Matteo Salvini e Giorgia Meloni gli avevano



