La giunta regionale del Lazio, lo scorso 29 settembre, ha approvato il piano della riserva naturale della tenuta di Acquafredda. Un piano di assetto che disciplina le zone interne di un’area naturale protetta.  Quel giorno il presidente Nicola Zingaretti risultava assente, impegnato a trovare gli equilibri nel governo tra Pd e M5S e smentire suoi eventuali ingressi nell’esecutivo. Lui era assente, ma la sua giunta era al completo e ha approvato la proposta di deliberazione che ora andrà in discussione in aula. Nel documento, passato sotto silenzio, c’è il sì ad un progetto caro al monsignor Mauro Carlino. Carlino è indagato dai magistrati del Papa nell’inchiesta sul palazzo londinese e sospeso. Il monsignor è un fedelissimo del cardinale Angelo Becciu. 

Questi ci impallinano

Ma andiamo con ordine e iniziamo dalla rogatoria internazionale inviata dalla Procura di Roma alla Santa Sede in merito all’investimento immobiliare londinese. Nella rogatoria c’è un passaggio molto chiaro in merito alla vicenda della speculazione immobiliare della tenuta di Acquafredda. Il 9 settembre dello scorso anno il monsignore incontra Fabrizio Tirabassi. «Nel corso di questo incontro i due contattano l’ingegnere Luciano Capaldo, il quale riferisce dei contatti con lo studio londinese Mischon De Reya che avrebbe mandato documentazione per la moglie di Raffaele Mincione per garanzia dei 230 mila pound che deve alla 60Sa», si legge nella rogatoria. E proprio questa telefonata risulta di grande interesse per comprendere il mega affare nella riserva naturale. Il documento, infatti, riporta uno stralcio del dialogo. «La conversazione è particolarmente significativa perché oltre ad evidenziare l’ennesima operazione ideata dal prelato (la tenuta dell’Acquafredda di proprietà dell’Apsa), Mons. Carlino fa mostra di essere ben consapevole del fatto che l’iniziativa deve essere camuffata con finalità sociali perché ‘senno iniziano ad impallinarci che famo solo attività speculative e commerciali’». Insomma è lo stesso Carlino ad indicare il reale obiettivo di quella operazione, una speculazione economica ed edilizia, ma che deve essere coperta da presunte esigenze sociali.

La giunta Zingaretti approva alberghi e residenze nel parco

A pagina 210 della proposta di deliberazione consiliare, approvata dalla giunta regionale, viene dedicata una scheda all’investimento caro al monsignore, presentato come progetto ambientale di area «per l’accessibilità e la fruizione della riserva». L’area è di proprietà dell’Apsa, amministrazione patrimonio sede apostolica. «Si estende per circa 6 ettari nella porzione sud occidentale della tenuta, lungo la via di Acquafredda. L’accessibilità diretta dal principale tracciato viario la prossimità allo svincolo con la via Aurelia rendono quest’area idonea a ospitare servizi di interesse pubblico socio-sanitari e ricettivi», si legge nella scheda. La finalità è realizzare strutture compatibili con le finalità della riserva. Ma quali strutture? «L’ente ecclesiastico proprietario di una porzione rilevante dell’area ovest della riserva ha manifestato l’interesse alla valorizzazione dei terreni, per scopi socio-sanitari». La cementificazione sarà subordinata ad uno studio di impatto ambientale. Una scheda progetto che fa a pugni con le intercettazioni che chiarivano le intenzioni di questa speculazione immobiliare. «Trovo incredibile che in un’area naturale e protetta si realizzi una lottizzazione di 180 mila metri cubi. L’interesse per quella zona viene da lontano, risale agli anni ottanta, e rimanda a intrecci oscuri tra politica romana e Ior. Facemmo già una battaglia, allora, contro progetti speculativi. Spero che il consiglio regionale eviti questo disastro e Zingaretti spieghi perché di questa scelta», denuncia Angelo Bonelli, leader nazionale dei Verdi. Il consigliere regionale dei verdi Marco Cacciatore, intanto, prevede di inserire un emendamento per cancellare quella scheda.

Dalla giunta regionale fanno sapere che la proposta non ha ricevuto rilievi e che, ora, dovrà passare l’esame della commissione e poi del consiglio regionale.

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