Paese che vai polemica sul green pass che trovi. Mentre in Francia, la protesta contro l’obbligo di green pass per l’accesso ai luoghi pubblici, che ieri ha portato nelle piazze di 150 città migliaia di persone è guidata da sovranisti, ma anche e soprattutto dai gilet gialli che hanno convertito le ragioni delle loro proteste, in Italia la Lega mette insieme la protesta contro gli sbarchi a quello dei controlli sanitari.

Nel giorno in cui gli anti green pass scendevano in piazza anche in Italia e nonostante il governo Draghi abbia preso una decisione netta sull’obbligo di certificazione verde, ieri il sottosegretario all’interno Nicola Molteni ha diffuso una nota ufficiale in cui definisce «inaccettabile e ingiusto che si chieda il Green Pass per gli italiani, mentre oltre 30 mila clandestini sbarcano in italia senza regole e controlli».

Le dichiarazioni di Molteni

Nella nota si faceva riferimento alla Sea Watch 3 che ha portato in salvo nel porto di Trapani circa 300 migranti e alla nave della ong Ocean Viking con oltre 500 persone a bordo, la quale ha ottenuto il via libera per l’approdo al porto di Pozzallo che dovrebbe svolgersi nella giornata di oggi. In un colpo solo Molteni ha dunque smentito l’esecutivo di cui fa parte sia sui migranti che sulle scelte sanitarie.

Il leader del suo partito Matteo Salvini in mattinata si era cimentato in un ambiguo equilibrismo. Intervenuto a Firenze per la campagna di raccolta firme per i referendum sulla giustizia, Salvini ha detto a proposito del green pass che grazie alla opposizione della Lega «abbiamo salvato agosto» e che spera che a settembre non ci sia più bisogno» di quello che serve ora.

Una promessa al mese

«Abbiamo salvato l'agosto, abbiamo evitato problemi per milioni di famiglie, abbiamo aiutato chi lavoro nel turismo, penso agli alberghi. E soprattutto abbiamo ottenuto che tutti i bimbi senza distinzioni possano andare a scuola a settembre», ha detto il leader leghista ai gazebo fiorentini.

Salvini ha attaccato la sinistra «qualcuno chiedeva il green pass anche per andare al bagno» e ha definito la Lega «una forza di equilibrio nel governo». Soprattutto ha già messo le mani avanti per l’autunno: «Contiamo che gli italiani con il loro buon senso facciano retrocedere il virus e quindi a settembre non ci sia bisogno di tutto quello che è stato previsto oggi».

Nonostante alcune voci importanti come il presidente del Veneto, Luca Zaia, dissentano sulla questione del green pass, il partito di Salvini ha preparato 900 emendamenti al decreto del suo stesso govrno.

«Ora attendiamo che il decreto arrivi in Parlamento», ha dichiarato in una intervista a Repubblica il deputato Claudio Borghi, da sempre contrario al certificato verde. Cercando di dare una spiegazione alla bocciatura della linea leghista, Borghi ha detto che questo è un governo di emergenza e che «il consiglio dei ministri è un organo collegiale, se vai in minoranza, ti adegui».

6,7 milioni in un giorno

Al polo opposto dell’organo collegiale, il ministro Roberto Speranza ieri ha celebrato con un post su Facebook la «grande collaborazione e senso di responsabilità degli italiani», annunciando che nella sola giornata di venerdì sono stati scaricati oltre 6,7 milioni di green passe e inoculate 71 milioni dosi di vaccino, con un aumento di oltre tre milioni nell’ultima settimana. Il governo però deve fare i conti con la protesta che sta montando non nell’elettorato leghista, ma nel mondo della scuola.

L’associazione presidi ha ribadito di aver accolto con favore l’introduzione dell’obbligo, lamentando semmai il ritardo con cui si è arrivati alla decisione e soprattutto la mancanza di personale per gestire le nuove procedure, ma le sigle sindacali si sono schierate dove le sigle sindacali si sono schierate compatte contro la decisione dell’esecutivo di decurtare lo stipendio agli insegnanti che si presentano per cinque giorni senza green pass.

Il no dei sindacati

I toni variano: ci sono i sindacati di base Cub che arrivano a definire il certificato un sistema di controllo sociale e la Cisl che attacca il metodo. «Non si possono introdurre sanzioni e sospensioni al personale con decisioni prese dall’alto. Questo è un precedente pericoloso, un vulnus alle relazioni sindacali», ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. Ma la richiesta generale portata anche all’incontro con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è di fare marcia indietro.

Per ora con il decreto approvato venerdì è stato previsto un investimento di cento milioni di euro per avviare un piano di screening dedicato per le scuole e di 385 milioni di euro per le supplenze dovute all’esclusione dei professori “no vax” e “no green pass”.

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