Un altro piccolo passo per il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e ancora un voto che ha visto il centrodestra soccombere davanti a quella che in parlamento chiamano “la maggioranza Conte”, perché unisce i partiti della passata maggioranza giallorossa: con un risultato di 12 a 9 la commissione Giustizia del Senato ha deciso che il ddl Zan non verrà abbinato agli altri simili già in commissione ed è stato adottato come testo base.

Il capogruppo Pd in commissione e vice presidente dei senatori dem, Franco Mirabelli, uscito dalla seduta ha spiegato: «È stato proposto dai 4 firmatari (degli altri disegni di legge, ndr) di disgiungerli e di non discuterli insieme allo Zan, ma lasciando solo lo Zan». La maggioranza Draghi, che unisce tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia, si è spaccata di nuovo: «Su questo – ha proseguito Mirabelli - si è innescata la discussione in un clima che non abbiamo voluto noi. In questo momento solo lo Zan in campo. Se arriveranno altri disegni di legge li valuteremo e faremo percorsi normali» ha detto. 

Tra le firmatarie degli altri disegni di legge, Alessandra Maiorino, del Movimento 5 stelle, che ha ribadito: «Poiché il centrodestra si rifiutava di riconoscere al ddl Zan, già approvato alla Camera, la centralità dell'esame, abbiamo esercitato il nostro diritto di chiedere disgiunzione degli altri testi. Ora si può procedere nel merito della legge contro l'omotransfobia, la misoginia e l'abilismo». Se il disegno di legge Zan non potrà più essere escluso, questo non vuol dire che la Lega non potrà procedere con il suo, anche se di fatto la contromossa leghista ha creato un’ulteriore frattura, questa volta in seno al centrodestra.

Lega contro Fratelli d’Italia

Il senatore leghista Ostellari, che forte del suo ruolo di presidente di commissione si è autonominato relatore del ddl, ha infatti fatto sapere in maniera velata che Fratelli d’Italia non appoggia neanche il loro testo: «Il centrodestra di governo – dunque Lega e Forza Italia senza il partito di Giorgia Meloni - ha depositato un testo che sposta l'ambito di applicazione dalla vecchia legge Mancino a una nuova aggravante che agisce a tutela di un'ampia platea di soggetti». Così, ha detto, «il centrodestra non limita la libertà di espressione, ma tutela le persone contro ogni forma di violenza. Il testo interviene attraverso un'aggravante che tutela contro violenze commesse in ragione dell'origine etnica, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, età e disabilità, ovviamente aumentando la pena».

Una formula che però punta a indebolire il ddl Zan. Infatti la Lega continua a dire che limita la libertà di espressione e va a favore “del gender”, uno degli argomenti più battuti dal movimento ProVita: «Il ddl Zan contiene due fondamentali critiche: la prima è quella relativa alla libertà di espressione. Oggi posso dire (e voglio dirlo) che un bambino ha diritto ad avere un padre e una madre. Lo voglio poter dire anche domani» ha detto il presidente della commissione Giustizia. «L'altro tema è relativo alla libertà di educazione dei figli: in questo testo sono previste delle ore di insegnamento delle teorie gender all'interno della scuola, senza distinzione di ordine e grado e anche nei confronti di bambini minori di 14 anni. Lo trovo quantomeno discutibile - aggiunge -. Quindi, da oggi in poi si apre e si è aperta la discussione su quel testo, e ovviamente stiamo in attesa anche degli altri testi che sono stati annunciati oggi attraverso il deposito».

Cosa prevede realmente

Il disegno di legge approvato alla Camera prevede l'estensione dei cosiddetti reati d'odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa (articolo 604 bis del codice penale), a chi compia discriminazioni verso omosessuali, donne, disabili. La parte che la Lega vuole eliminare è la “clausola salva idee”, che fa salve «la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte». Inoltre, il 17 maggio verrebbe istituita la giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, e sarà dedicata a promuovere, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, il rispetto e l'inclusione e contrastare pregiudizi e discriminazioni. Il 17 maggio 1990 infatti l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali.

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