- L’Agenda Parisi segue di qualche giorno l’Agenda Cottarelli, da Carlo, già autore del Rapporto sulla spending review nel 2014, cestinato dal governo Renzi, e soprattutto l’Agenda Draghi, il collante che unisce Enrico Letta, Carlo Calenda, Luigi Di Maio, Mara Carfagna, Maristella Gelmini.
- Il termine è entrato nel lessico politico internazionale con i vertici Onu su clima e sostenibilità. Ripreso dall’Unione europea all’inizio del secolo, con l’Agenda 2000, seguita dall’Agenda di Lisbona.
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Nelle intenzioni di chi la propone, l’Agenda dovrebbe dare agli elettori una suggestione di precisione, puntualità, di provvedimenti dettagliati da approvare con scadenze certe. Ma l’effetto è l’opposto. Nel dibattito elettorale l’evocazione dell’Agenda restituisce una sensazione di ripetitivo, di generico, di improvvisato.
Il Movimento 5 stelle abbraccia l’Agenda Parisi, ha annunciato ieri il ministro delle Politiche agricole, il mai dimesso Stefano Patuanelli. Parisi come Giorgio, il premio Nobel per la Fisica, che ha chiesto investimenti in efficientamento energetico e in rinnovabili. E sono tre: l’Agenda Parisi segue di qualche giorno l’Agenda Cottarelli, da Carlo, già autore del Rapporto sulla spending review nel 2014, cestinato dal governo Renzi, e soprattutto l’Agenda Draghi, il collante che unisce Enric



