Vittoria del centrosinistra in Toscana e Puglia con Eugenio Giani e Michele Emiliano che arrivano al 48 e 47 per cento dei consensi. I sì al referendum per il taglio dei parlamentari superano il 65 per cento delle preferenze e al Sud toccano punte vicine all’80. E poi la lista Zaia che in Veneto raccoglie quattro volte i consensi della  Lega. Il voto del 20 e 21 settembre può riscrivere lo scenario politico dei prossimi mesi sia per i rapporti di forza all’interno della maggioranza che all’interno dell’opposizione. 

Il commento del direttore

L’agenda Pd: modifica ai decreti sicurezza e Mes

Durante lo spoglio, quando ormai i risultati definitivi iniziavano a delinearsi, intervistato su La7, il segretario del Pd ha detto: «Sui decreti Salvini, che io non chiamo sicurezza, c'è un accordo: ora vanno assolutamente approvati» con le modifiche accordate su cui «c'è stato un duro lavoro, di cesello politico, di confronto». «Penso che ora sia giunta il momento e si possa fare». «Chiederemo che nel pacchetto della svolta italiano ci sia anche il finanziamento della sanità, finanziato con il Mes. Bisogna passare dalle parole ai fatti», ha aggiunto Zingaretti. 

I sì vicini al 70 per cento

Stravincono i sì al referendum sul taglio dei parlamentari. L’affluenza finale per la consultazione referendaria è stata del 53,8 per cento, la percentuale di chi ha approvato la riforma si avvicina al 70 per cento.  

Il No è rimasto minoritario in tutti i partiti ed è molto localizzato anche nei centri delle grandi città, non riuscendo a imporsi oltre le Ztl.

Due buoni esempi sono Milano e Roma. 

L’election day

Ieri e oggi gli italiani sono stati chiamati a votare per il referendum sul taglio dei parlamentari, per rinnovare giunte e consigli regionali in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta (dove però non si vota direttamente il presidente di regione) e alle amministrative in 606 comuni, tra cui Venezia, Trento e Aosta. Si è votato anche in due collegi uninominali in Veneto e Sardegna per eleggere due senatori. Le urne si sono chiuse alle15 di lunedì 21 settembre e lo spoglio dei risultati è cominciato dalla consultazione referendaria, passando poi alle regionali. Lo spoglio dei voti per le comunali comincerà solo il 22 settembre.

La sfida nelle regioni 

La sfida nelle regioni è finita con tre presidenti eletti per il centrodestra e tre per il centrosinistra. In Toscana il candidato del centrosinistra Eugenio Giani è stato eletto presidente della regione Toscana con il 48 – 48,6 per cento dei voti contro il 40,6 – 41 per cento della leghista Susanna Ceccardi. «Salvini voleva prendersi in Toscana la rivincita del Papeete, un anno dopo. Operazione fallita! Oggi si festeggia! Grazie a Eugenio Giani, grazie ai toscani», ha scritto su Twitter Matteo Renzi. In Toscana il Pd ha raccolto il 34,9 per cento delle preferenze, la Lega il 21,8, il M5s il 7,1, Italia Viva e PiùEuropa 4,5 per cento. 

In Puglia, Michele Emiliano secondo la proiezione di Tecné è avanti con il 47,7 mentre Fitto, candidato del centrodestra, è al 38,7 per cento. Un distacco non colmabile. Antonella Laricchia del Movimento 5 Stelle è al 10,7 e Ivan Scalfarotto di Italia Viva al 2,3 per cento.

In Campania secondo le proiezioni Opinio Rai con il 9 per cento delle sezioni scrutinate Vincenzo De Luca vince con il 60,2 per cento dei consensi, mentre Caldoro si ferma al 20,3 per cento e Ciarambino del M5s al 14,5 per cento. 

In Veneto il presidente uscente Luca Zaia supera il settanta per cento dei consensi. In base alla seconda proiezione Opinio Rai, con il 24 per cento delle sezioni scrutinate, la lista più votata è quella di Zaia presidente con il 51,6 per cento dei voti, la lista della Lega è poco sotto al 13,7 per cento. Una vittoria che, almeno secondo il segretario, non cambia gli equilibri interni al partito: «Che Zaia sia uno dei governatori più amati è un motivo di vanto. Non temo e non soffro nessuna competizione interna, la mia competizione è con il Pd», ha detto in conferenza stampa. L’ex ministro dell’Interno ha anche detto di non voler chiedere elezioni anticipate. 

Nelle Marche, vince per la prima volta in cinquant'anni del centrodestra. Secondo la seconda proiezione di Swg-La7, nelle Marche il candidato di Fratelli d’Italia, Francesco Acquaroli, ottiene il 47,30 per cento, aveva un vantaggio di quasi 10 punti su Maurizio Mangialardi del Pd al 37,6 per cento, mentre Gian Mario Mercorelli del M5S è al 9,30 per cento. «Sapevamo che sarebbe stata una battaglia difficile. Abbiamo pagato il non saper controbattere ai jingle negativi sulla gestione del terremoto e dell'emergenza sanitaria», ha detto Maurizio Mangialardi, candidato a presidente per il centrosinistra.

In Liguria Giovanni Toti è stato rieletto con più di dieci punti di distacco sul candidato del centrosinistra Sansa. «Le regioni hanno voglia di autonomia, ha detto il presidente della Liguria: «Da qui deve partire una spinta verso le riforme di cui il Paese ha bisogno, a partire proprio dall'autonomia». «Nell'unico esperimento che ha visto insieme l'intero governo, hanno perso 20 punti rispetto a cinque anni fa», ha aggiunto Toti. 

Parlamento ridotto alle prossime elezioni 

Il taglio dei parlamentari è una battaglia portata avanti soprattutto dal Movimento cinque stelle. Si tratta di un referendum costituzionale confermativo: significa che gli elettori hanno confermato una riforma approvata dal parlamento. In questo caso si tratta della legge che modifica agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione e che riduce i parlamentari eletti alla Camera dei deputati da 630 a 400 e al Senato da 315 a 200. 

LaPresse

Luigi Di Maio ha commentato su Facebook le proiezioni sulla consultazione: «Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo».

L’affluenza al referendum 

Il referendum confermativo non prevede il quorum, cioè il suo risultato è valido anche se non si raggiunge il cinquanta per cento dei votanti. Eppure l’affluenza finale si attesta al 54 per cento, una percentuale ben superiore alle attese, anche se inferiore di quindici punti rispetto al referendum costituzionale del 2016. Nelle sette regioni che sono andate al voto l’affluenza si attesta al 63,8 per cento. 

La sfida delle comunali

A Trento secondo gli exit poll il candidato del centrosinistra Franco Ianeselli vince al primo turno. Anche a Venezia Luigi Brugnaro, candidato del centrodestra  e sindaco uscente va verso una vittoria  al primo turno: gli exit poll gli attribuiscono tra il 49,5 e il 53,5 per cento delle preferenze.  

Testa a testa a Reggio Calabria tra Giuseppe Falcomatà, sindaco uscente e candidato per il centrosinistra, e Antonino Minicuci (centrodestra), entrambi tra il 31-35% delle preferenze, secondo gli exit poll Opinio Rai. Angela Marcianò tra il 10 e 14%, Saverio Pazzano tra il 5 e il 7%.

A Chieti Fabrizio Di Stefano candidato del centrodestra è in vantaggio con una forbice tra il 40 e il 44 seguito da Pietro Diego Ferrara al 19 - 23.

A Mantova risulterebbe in testa Mattia Palazzi, candidato del centrosinistra, con un risultato che oscilla tra il 62 e il 66 per cento, contro Stefano Rossi tra il 25 e il 29.

Ad Arezzo è in vantaggio Alessandro Ghinelli del centrodestra con il 46,5 - 50 contro il candidato del centrosinistra Luciano Ralli, con il 33 – 37 per cento. 
 

Da Palazzo Chigi filtra piena soddisfazione per il regolare svolgimento della tornata elettorale. In tempi di emergenza Covid, non era affatto scontato che venissero superate tutte le criticità in modo da assicurare il regolare afflusso degli elettori ai seggi. 

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