Si parlerà molto di disarmo nucleare nei prossimi giorni, visto che il G7 si tiene simbolicamente a Hiroshima. Prendendo spunto da questa coincidenza, in Italia si è riunito per la prima volta l’intergruppo alla Camera per il disarmo nucleare. Come spiegano in una nota, la richiesta è che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si impegni «a condannare in modo inequivocabile le minacce all’uso delle armi nucleari, ad ascoltare i sopravvissuti della catastrofe di Hiroshima, a porre fine agli accordi di condivisione degli armamenti nucleari e a perseguire l’obiettivo del disarmo».

Non solo. La richiesta è che il tema superi la stretta, e simbolica, coincidenza geografica. Il prossimo G7 è a presidenza italiana e, secondo l’intergruppo, si dovrebbe continuare a parlare di disarmo nucleare, «vista la rilevanza del tema e il perdurare delle minacce su scala globale».

Contro le armi nucleari

L’intergruppo è coordinato da Laura Boldini, che ne aveva spiegato le ragioni su Domani. Nella prima riunione, ha partecipato anche Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Pace e Disarmo, che ha esplicitato i rischi della minaccia nucleare, ed esposto i passi che può compiere l’Italia nella direzione del disarmo.

Durante la riunione, è intervenuto anche Florian Eblenkamp di Ican, la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, che ha vinto il Nobel per la pace nel 2017. Ha invitato deputati e deputate a firmare il Parliamentary pledge a sostegno del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw), che già conta più di mille parlamentari in tutto il mondo.

Il trattato è stato adottato dalle Nazioni unite il 7 luglio del 2017. A novembre si terrà la seconda riunione degli stati che aderiscono al Tpnw, nella sede delle Nazioni unite a New York. I componenti dell’intergruppo vorrebbero che ci fosse anche l’Italia, almeno come paese osservatore.

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