Nel caso del governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana, va tenuta distinta la dimensione giudiziaria da quella politica. Quest’ultima conta anche in assenza di reati penali. Chi ricopre ruoli di governo, amministra la cosa pubblica e percepisce denaro dei cittadini per la mansione che svolge non può sottrarsi alle domande dei giornalisti su fatti che riguardano le ombre sul patrimonio personale, ereditato o gestito per conto di altri, custodito in paradisi fiscali.

Insomma, il governatore Fontana è l’unico che può davvero chiarire alcuni punti oscuri dell’origine dei conti esteri intestati alla madre e dei 5,3 milioni di euro ereditati da quei depositi. Dopo vari tentativi senza ottenere alcuna risposta, pubblichiamo qui le domande inviate all'ufficio stampa del presidente, sperando questa volta in una risposta che fughi ogni sospetto sui soldi in Svizzera.

Sono sette domande, molto specifiche, su questioni dirimenti alle quali il governatore della Lombardia speriamo risponda. Se sceglie di non farlo e anteporre la riservatezza sulle proprie finanze alla trasparenza, le dimissioni sono l’unica alternativa. Ci sono molti precedenti. Nel 2016 l’inchiesta giornalistica internazionale sui cosiddetti “Panama papers” ha rivelato centinaia di nomi di politici con conti offshore. Poco importava il rilievo penale delle loro azioni, la stampa e l’opinione pubblica ponevano il tema dell’opportunità politica, e fioccarono le richieste di dimissioni.

Ecco le domande alle quali, finora, Fontana si è rifiutato di rispondere:

1) “Era un conto non operativo da decine di anni. Penso almeno dalla metà degli anni Ottanta”, ha detto il presidente Fontana in un’intervista a Repubblica. Ecco la prima incongruenza tra la versione di Fontana e i documenti bancari, dai quali emerge una variazione del saldo del conto tra gli anni 2009 e 2013. Può spiegarci come mai? Per esempio, nel 2012 sul conto 247-679102 risultano 442 mila euro in più rispetto all'anno prima. Ci può fornire, presidente, una spiegazione? Si tratta di rendite dell’investimento? O di entrate e uscite? E quali entrate sono, visto che la titolare originaria del conto, sua mamma dentista, era in pensione e lei era un politico a tempo pieno? In ogni caso perché ha parlato di conto degli anni Ottanta non operativo?

2) “Quello estero era un conto che avevano i miei genitori. Alla morte di mio padre passò a mia madre e poi l’ho ereditato io nel rispetto delle leggi italiane”. Questo è un altro passaggio dell’intervista rilasciata a Repubblica. I documenti bancari rivelano, invece, l’esistenza di un conto estero aperto nel 1997, intestato a sua madre, all'epoca 74enne, e sul quale lei era delegato a operare.

Presidente, perché continua a negare l’esistenza di questo conto e della sua procura sul medesimo deposito? Il 1997 non sono gli anni Ottanta, come lei ha fatto intendere nell'intervista.

3) Dai documenti in nostro possesso risulta che nel 1997, quando lei già era in politica e faceva il sindaco della Lega a Induno Olona, lei aveva la procura ad operare sul conto estero intestato a sua madre. Come mai era stato delegato a operare su quel conto? Che tipo di operazioni ha svolto?

4) Nel 2005 il patrimonio depositato nel conto aperto nel 1997 viene traferito in un trust di Nassau, capitale delle Bahamas. Lei diventa erede beneficiario. Può spiegare, in quanto soggetto con la procura sul conto precedente (quello aperto nel 1997), se ha avuto un ruolo nella scelta di trasferire il capitale al trust di Nassau e quali sono state le ragioni di questa scelta che sembra avere l’unico scopo di rendere più difficile ricondurre la disponibilità dei soldi a lei?

5) Presidente, visto che aveva la delega ad operare sul primo conto corrente estero aperto nel 1997, può spiegare l’origine della provvista detenuta e poi trasferita nel trust di Nassau?

6) Che tipo di attività svolgeva e che fonti di reddito percepiva Brunella, sua madre, nel 1997, a 74 anni?

7) Per pagare Dama spa, la società di suo cognato e di sua moglie, usa il conto svizzero ereditato e regolarizzato dallo scudo fiscale. L’autorità antiriciclaggio ritiene che lei volesse camuffare un’operazione estero-Italia schermando la provenienza svizzera del denaro. Perché ha usato quel conto per disporre il bonifico a Dama spa? E perché ha provato a nasconderlo visto che, come dice lei, i soldi accumulati in violazione della legge su quel conto sono poi stati regolarizzati dal condono del 2016?

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