Se le colpe dei padri non ricadono sulla testa dei figli, figuriamoci quelle degli amici. Vero. Però perché tra i tanti tecnici e manager in circolazione la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli (Pd), ha individuato, in perfetta sintonia con i Cinque stelle, proprio un amicissimo dei Benetton, del “giovane” Alessandro in particolare, quale amministratore delegato della società che ha il compito di costruire le opere e gestire le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026?

Di casa dai Benetton

Il prescelto si chiama Luigi Valerio Sant’Andrea. Secondo il martellante gossip che circola nella perla delle Dolomiti, è così di casa dai Benetton da essere stato accolto nel selezionato drappello di spensierati ospiti della festa in località Cojana, a Cortina. Ovvero in quella festa che i Benetton vollero si tenesse il giorno dopo il crollo del ponte Morandi, nonostante i soccorritori a Genova continuassero a scavare tra le macerie precipitate insieme a 43 persone. 43 morti su un’autostrada gestita dai Benetton, a causa dell'incuria e della scarsa manutenzione imputabili proprio alle società dei Benetton.

Sant’Andrea probabilmente sarà pure un manager preparato ed efficiente nonostante il suo curriculum non appaia proprio rigonfio, ma è difficile credere che il “giovane” Benetton sia estraneo alla sua nomina.

Alessandro è il rampollo più in vista di una nutrita schiera familiare, marito della campionessa di sci Deborah Compagnoni (ma pare il legame si sia spezzato di recente) e tra le altre cose è pure presidente proprio della Fondazione Cortina 2021 che organizza i mondiali di sci. È la manifestazione che è considerata il prologo, anche se meno sfavillante, dell’importante appuntamento olimpico che si terrà nel 2026.

Pd e Cinque stelle

Vista da questa angolazione, la nomina di Sant’Andrea sembra il coronamento felice dell’eterno idillio tra la politica e l’imprenditoria che conta e comanda, anche quando si chiama Benetton e porta nel blasone le macerie del ponte crollato.

E anche se tra i sostenitori della candidatura dell’amico di famiglia, insieme alla ministra Pd, ci sono pure coloro che si presentano come gli acerrimi nemici dei responsabili della tragedia di Genova. I grillini, cioè.

Come Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport che per la verità già aveva messo gli occhi su Sant’Andrea, avendolo nominato amministratore di Sport e salute, la società pubblica che dovrebbe gestire la parte dell'emergenza Covid-19 relativa allo sport, ristori compresi, anche se non risulta abbia incamerato in questo ruolo risultati decisivi.

E come i ministri Cinque stelle Stefano Patuanelli e Federico D’Incà, entrambi molto interessati alla faccenda di Cortina.

Il primo da responsabile dello Sviluppo economico, in quanto le Olimpiadi del 2026 dovrebbero diventare uno degli appuntamenti clou dei prossimi anni per il rilancio economico e dell’immagine dell’Italia nel mondo.

Il secondo perché, dovendo curare per il governo i rapporti con il parlamento, ha il compito di sostenere le nomine nel confronto con deputati e senatori.

Nomine infelici

Considerato tutto questo, la scelta dell'amico dei Benetton per le Olimpiadi di Cortina finisce di fatto nel calderone delle nomine infelici, insieme a quelle dei 52 commissari straordinari per le opere strategiche di questi ultimi giorni.

La selezione per quegli incarichi, ritenuti fondamentali per far ripartire bene e in fretta i lavori pubblici, è stata effettuata in un modo così maldestro che nessuno si è premurato di verificare preventivamente se i prescelti avessero o no carichi giudiziari pendenti e quindi se fossero davvero nominabili.

A cose fatte si sono accorti di aver pestato tante bucce di banana, a cominciare dalla scelta del provveditore alle opere pubbliche della Liguria, Roberto Ferrazza, indagato non per un episodio secondario, ma proprio per il crollo del ponte di Genova.

La sua nomina è apparsa così inopportuna che è stata revocata a tambur battente con una nota del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, consegnata ai presidenti di Camera e Senato.

E poi Maurizio Gentile, un manager senza dubbio valido, per molti anni amministratore di Rete ferroviaria italiana (Rfi) che è una delle società di punta del gruppo Fs.

Secondo la ministra avrebbe dovuto occuparsi del completamento di un’incompiuta di lusso, la metropolitana C di Roma, ma anche lui è indagato non per un fattarello, ma per i gravissimi incidenti ferroviari di Lodi e Pioltello (3 morti).

Idem Roberto Pagone e Vincenzo Macello, entrambi dirigenti di Rfi, il primo indagato per la stazione campana di Afragola, il secondo per Pioltello.

E ancora: Pasqualino Monti, nominato commissario per il porto di Palermo e indagato a Roma per corruzione, e Raffaele Celia e Nicola Montesano, entrambi Anas, entrambi indagati.

E infine Vincenzo Marzi, ancora Anas, messo sotto inchiesta dalla Procura di Massa-Carrara per il crollo del ponte Albiano di Aulla tra la Toscana e la Liguria avvenuto l'8 aprile 2020.

Quel dirigente che quando il sindaco chiedeva impensierito se era tutto sicuro, rispondeva: «Tutto sotto controllo».

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