Le regioni vanno all’attacco dei 21 parametri che definiscono le zone di rischio Covid-19: gialla, arancione e rossa. Al termine della conferenza delle regioni hanno votato all’unanimità una revisione e hanno chiesto un incontro urgente con i ministri e il Cts.

La richiesta arriva dal governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

La riunione è stata presieduta dal Giovanni Toti, presidente di centro destra della Liguria e vicepresidente della conferenza delle regioni. Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, presidente della conferenza, non ha partecipato. Attualmente è malato di Covid-19, ma con un post di Facebook ha fatto sapere di essere in ripresa, la sua assenza deriverebbe invece da una normale alternanza.

Il problema dei tamponi

Toti ha detto: «C’è la necessità di rivedere in un’ottica di semplificazione i parametri che sono stati elaborati nella prima fase della pandemia». Per prima cosa le regioni vogliono che ci sia un aggiornamento delle indicazioni sull’utilizzo dei test rapidi antigenici e del test di biologia molecolare. Uno dei problemi è il conteggio dei tamponi. Ogni regione utilizza conteggi diversi. Se il tampone antigenico – dunque rapido - è positivo, porta a fare tampone “classico” che sarà quasi sicuramente positivo. Questo porterebbe ad aumentare la percentuale di tamponi positivi, dando un'idea di maggiore gravità. Anche se ci sono regioni, come l’Emilia-Romagna, che comunicano le positività registrate solo con i tamponi molecolari.

Quello a cui puntano è «la modifica degli indicatori per il monitoraggio ai fini della classificazione», e in realtà la classificazione stessa, nella speranza di abbandonare le classi di rischio più elevate, arancione e rossa.

Per questo i presidenti hanno chiesto un incontro urgente con il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia e il comitato tecnico scientifico.

«Abbiamo già elaborato alcune proposte e siamo pronti – ha aggiunto Toti - ad un confronto con il governo con la partecipazione del Comitato tecnico scientifico, l’Istituto superiore di sanità e la Cabina di regia per il monitoraggio del rischio sanitario».

Vogliono cambiare il sistema: «Le regioni vogliono verificare e approfondire l’adeguatezza dell’attuale sistema di verifica degli indicatori di contagio, e per la qualificazione dei parametri utilizzati e la verifica dell’iter di assunzione delle decisioni finali in merito alla classificazione dei territori».

Infine, soprattutto, intevenire sulle misure restrittive: «Opportuno che governo e regioni compiano un ulteriore sforzo collaborativo, anche per comunicare correttamente ai cittadini – ha concluso Toti - le misure restrittive che debbono essere assunte con grande e comune senso di responsabilità».

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha subito festeggiato con un tweet.

E ha aggiunto: «Oggi la conferenza delle regioni potrà finalmente confrontarsi sui criteri applicati dal Comitato tecnico scientifico rispetto ai dati forniti a livello regionale. Un atto dovuto per chiarezza nei confronti dei cittadini e delle imprese dei nostri territori».

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