- Lo scontro di giovedì sera sulla riforma del catasto è solo l’ultimo degli episodi su cui la maggioranza ha rischiato di spaccarsi: è già successo su balneari, tetto del contante e proroga dello stato d’emergenza.
- Uno alla volta emergono tutti i temi che i leghisti definiscono «non essenziali» e su cui non ha più interesse a raggiungere un compromesso col resto della maggioranza, contando sul fatto che Draghi non possa dimettersi nell’attuale contesto geopolitica.
- Il calendario dei prossimi mesi offre molte occasioni ai leghisti per mettersi di traverso, dalla discussione del resto del testo della delega fiscale alla ratifica del Mes, dallo ius scholae alle riaperture.
La Lega ha scelto la sua strada, e non è quella del resto della maggioranza. La prova definitiva è arrivata con il voto in commissione Finanze alla Camera di giovedì sera sulla riforma del catasto, su cui il governo aveva minacciato le dimissioni. Alla fine il centrosinistra ha difeso la misura dallo stralcio proposto dalla Lega, che si è tirata dietro l'intero centrodestra rischiando di mettere in minoranza il governo, riuscendo a salvare l’esecutivo con un solo voto di scarto. Tra identità



