Claudio D’Amico, il leghista filorusso che presentò Matteo Salvini a Vladimir Putin, è candidato capolista della Lega a Sesto San Giovanni, ribattezzata Stalingrado d’Italia in memoria del ruolo nella resistenza al nazifascismo e città simbolo del mondo operaio.

D’Amico ha ricoperto l’incarico di assessore, dal 2017, nella giunta leghista del sindaco (oggi ricandidato) Roberto Di Stefano. Erano gli anni in cui aveva iniziato a manifestare pubblicamente il suo amore per Mosca: sui social c’è traccia di numerosi messaggi pro Russia di Putin. D’Amico nella capitale russa fa anche affari con la sua società Orion.

Aperta nel 2016, nonostante l’annessione della Crimea e il conflitto del Donbass in Ucraina. A fargli compagnia nell’azienda c’era anche Gianluca Savoini, l’ex portavoce di Matteo Salvini che partecipò alla trattativa del Metropol durante la quale ha trattato un finanziamento per la Lega camuffato da fornitura di gasolio. 

D’Amico, un volto oggi meno noto, raggiunse il picco di popolarità nel 2019, quando l’Espresso pubblicò in esclusiva la notizia della trattativa portando allo scoperto un rapporto tra Lega e Mosca ben oltre la simpatia politica. Fu allora che emerse anche la nomina a palazzo Chigi come consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale in quota Salvini, all’epoca vice premier del governo Conte.  

D’Amico è stato molto attivo nell’associazione Lombardia-Russia, fondata da Savoini diventata riferimento del partito per le questioni russe.  Lui stesso aveva spiegato all’epoca che Orion era stata creata come rappresentanza, ma mai utilizzata. I settori, si legge ancora sul sito russo che riporta i dati della società, vanno dal design alla profilazione dell’opinione pubblica. La società risulta ancora attiva e la composizione societaria invariata. D’Amico non vuole rispondere a nulla: «Tirarle fuori ora è pretestuoso per screditare un candidato che ha portato risultati per il bene della comunità».

Calderoli

Se Savoini è scomparso dalla scena, D’Amico al contrario presidia il territorio leghista. Noto il legame con Salvini, lo è meno quello con Roberto Calderoli, il leghista che oggi sta lanciando il nuovo simbolo “Prima l’Italia”. 

D’Amico è stato capo di gabinetto di Calderoli dal 2004 al 2006, quando era ministro delle riforme del Berlusconi II. Dal 2006 al 2008 è stato il suo capo della segreteria al Senato. Un rapporto che anche in questo caso si innesta su relazioni societarie tramite la Mibel International srl aperta insieme a Calderoli nel 2006. L’ex ministro resterà nell’azionariato fino al 2008, oggi l’azienda è in liquidazione. 

Di cosa si occupavano D’Amico e Calderoli? Di un un po’ di tutto, nell’atto costitutivo si fa cenno a una ludoteca ma anche all’attività di produzione, commercio al dettaglio e all’ingrosso, anche online, nonché l’importazione e l’esportazione di prodotti, dagli alcolici all’igiene a alla cura della persona con sede a Cassina de’ Pecchi, dove il deputato è stato sindaco dal 2009 al 2013 mentre era anche parlamentare. 

Mosca e gli ufo

D’Amico si era candidato alle Europee del 2014. L’elezione non arrivò, ma si fece notare per alcuni annunci. Dalla promessa di aprire gli archivi sugli Ufo in quanto «i cittadini europei hanno diritto di sapere se gli alieni visitano il nostro pianeta».

 D’Amico non ha mai negato la sua influenza filorussa: «Conosco bene la Russia: ci portai Umberto Bossi nel ‘97 e poi Matteo Salvini» ha raccontato in un’intervista all’indomani dell’invasione dell’Ucraina. Sempre lui ha curato i rapporti tra la Lega e il partito Russia Unita.

D’Amico avrebbe partecipato peraltro a una cena che si sarebbe tenuta la sera prima della trattativa del Metropol a Mosca e a cui avrebbero preso parte, tra gli altri, il vicepremier Matteo Salvini, lo stesso Savoini, il presidente di Confindustria Russia e manager Eni Ernesto Ferlenghi e Luca Picasso, direttore di Confindustria Russia.

Non ha voluto commentare: «Ora mi occupo di questioni locali».

Uno sconosciuto

Nel 2017 è approdato a Sesto San Giovanni, dove, riportano le cronache locali era “pressoché sconosciuto”, ma oggi è addirittura “Capolista” con la c maiuscola, come scrive sul suo profilo. Il “leghista russo” è tornato. Ma come ricorda «nella mia vita ho fatto tanto altro» che presentare Salvini a Putin. E oggi «se vede le foto dell’apertura della campagna elettorale c’è Salvini».

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