Italia

L’eliminazione del controllo concomitante sotto il faro della Commissione europea

La norma con cui il governo ha eliminato il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr non è passata inosservata a Bruxelles. Bisognerà valutare se, con tale eliminazione, l’Italia riuscirà effettivamente a «garantire il funzionamento di un sistema di controllo interno efficace ed efficiente», previsto in sede europea anche a tutela degli interessi finanziari dell'Unione

  • La norma con cui il governo ha eliminato il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr non è passata inosservata a Bruxelles. Del resto, da giorni si consumava il contrasto fra l’esecutivo e la Corte, concretizzatosi nell’emendamento per limitarne i controlli sul Pnrr.
  • Il Presidente della Corte dei Conti, in audizione alla Camera, ha replicato alle motivazioni con cui Fitto ha giustificato l’abolizione del controllo concomitante. Si sono poi aggiunte le dichiarazioni del commissario Gentiloni e del portavoce della Commissione Ue.
  • I controlli svolti in sede europea riguardano solo la corrispondenza tra «impegni presi e realizzazione nei tempi previsti». Pertanto, non suppliscono all’eventuale carenza di controlli interni agli Stati, in particolare su prevenzione e verifica di frodi, nonché su conflitti di interesse. La “prevenzione” di tali atti è oggetto del controllo concomitante. Quindi, senza tale controllo, ora rischia di restare un’area grigia.

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