Quando sente odore di campagna elettorale Silvio Berlusconi ringiovanisce. Anche stavolta, nonostante il breve tempo a disposizione, l’ex premier ha dato il meglio di sé. I suoi video su TikTok sono stati l’unico argomento di discussione per giorni e settimane. Ma la simpatia, e una certa dose di inevitabile compassione, umana non bastano a riempire le urne.

Forza Italia si appresta a registrare il peggiore risultato della sua storia. Potrebbe addirittura finire dietro la coppia Carlo Calenda-Matteo Renzi. E sarebbe la certificazione che Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, al di là delle questioni di contenuto e merito, hanno fatto comunque bene ad abbandonare il partito. Il disastro che solo il segreto dell’urna a questo punto può scongiurare, avrà il volto di Antonio Tajani ma, soprattutto, di Licia Ronzulli, Marta Fascina e del “cerchio magico” che ormai ha avvolto l’ex Cavaliere. 

Certo Berlusconi, dopo essere stato cacciato con ignominia a causa della condanna per frode fiscale, potrà consolarsi ritornando in Senato. Potrebbe essere addirittura lui, in caso di assenza di Liliana Segre e in qualità di più anziano senatore in aula, a presiedere la prima seduta il prossimo 13 ottobre. Un ritorno sul palcoscenico della politica per l’uomo che non sa stare senza la luce dei riflettori.

Ed è proprio su questo, in fondo, che scommette chi non vuole assolutamente che Giorgia Meloni diventi presidente del Consiglio. Può Berlusconi accettar di essere una comparsa nel film della leader di Fratelli d’Italia? C’è già chi dice che il 26 settembre il leader di Forza Italia prenderà una direzione diversa da quella dell’alleata. Magari accompagnato da Matteo Salvini.

Lui smentisce ma nel frattempo va in televisione a sproloquiare sulla guerra in Ucraina e sulle vere intenzioni di Vladimir Putin («voleva solo sostituire Zelensky con persone per bene»). Dichiarazioni che gli regalano qualche altra ora di notorietà, costringendolo a rettificare. Il solito vecchio film che ormai tutti conoscono a memoria. Ad alcuni piace ancora, ma sono solo pochi, inguaribili nostalgici.

    

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