Chi lavora nello staff di Letizia Moratti, dice che lei non prende nessuna decisione prima di averlo consultato. Daniel Fishman, noto nel mondo della comunicazione per aver curato le campagne di Stefano Bonaccini e Matteo Lepore in Emilia Romagna e Gaetano Manfredi a Napoli, è il suo nuovo spin doctor e la candidata civica si fida ciecamente.

Sessantenne, nato in Inghilterra da famiglia ebrea di origine egiziana, Fishman è cresciuto a Milano e ha dalla sua il fascino del professore: intorno a lui aleggia più l’aura dello studioso di filosofia politica che dell’esperto di social media. Anzi, chi lo conosce dice che il digitale non è il suo mondo ma si muove molto più a suo agio soprattutto sul piano della pubblicità. I suoi detrattori ne criticano l’ego e qualche intervista di troppo. Chi lo apprezza invece lo descrive come un grande affabulatore.

La sua società di comunicazione, Consenso, è in grado di catalizzare intorno a se professionisti di livello di cui Fishman predilige fare il regista, gestendo in prima persona il rapporto fiduciario con il candidato. Se pure è vero che Fishman ha seguito molti candidati dem, in realtà la sua area politica sarebbe più liberalsocialista e con Consenso ha curato campagne bipartisan, tra cui quella di Raffaele Fitto in Puglia e Marco Marsilio in Abruzzo.

Un altro colpo è stato nel 2013, quando ha inventato “Fare per fermare il declino”, il movimento di Oscar Giannino. Se l’epiteto di guru del centrosinistra non gli si fosse così indelebilmente incollato addosso, Fishman sarebbe il perfetto interprete di quel liberalismo che descrive in modo piuttosto preciso anche l’orientamento di Moratti.

Insomma, Consenso in realtà non ha veri legami con il post comunismo emiliano. Eppure, in comunicazione il reale è ciò che appare e, secondo i detrattori, il rischio di Moratti è proprio quello di rimanere impigliata in un’immagine che la pone più in scia al candidato dem Pierfrancesco Majorino che come alternativa al leghista Attilio Fontana.

«Il miglior colpo dello staff di Fontana è stato quello di lavorare per far passare il messaggio che Moratti abbia scelto uno spin doctor che la sposta a sinistra», è infatti l’analisi di un osservatore qualificato del mondo della comunicazione.

La strategia

Stando alle prime vere battute della campagna elettorale lombarda, la strategia di Fishman per Moratti è quella di farla muovere come se fosse lei la vera competitor di Fontana e che i due si stiano giocando una sfida alla pari. Stando ad alcuni recenti sondaggi, invece, l’ex sindaca di Milano sarebbe in rincorsa sia del candidato uscente che di Majorino.

Dallo staff di Moratti, invece, trapela ottimismo anche rispetto al trend dei sondaggi e in questo senso si sta orientando la comunicazione. La strada scelta è definita effetto framing: consiste nel puntare a convincere gli elettori, “incorniciando” Moratti in una narrazione vincente, puntando sul fatto che lei venga percepita come donna del fare, senza nulla più da dimostrare né da perdere. Una prospettiva mediana, che guarda sia a destra sia a sinistra anche in relazione ai posizionamenti estremi dei due competitor.

Perché l’effetto ottico funzioni a pieno, però, serve un elemento: una grande potenza di fuoco mediatica. Che Moratti per ora non ha, pur disponendo di grandi risorse economiche da investire. Se la strategia sarà comunque pagante lo si potrà valutare solo alla fine della corsa, anche alla luce di come si comporranno le liste. Per ora, il prossimo obiettivo di Moratti è chiudere l’operazione di accordo con il Comitato nord di Bossi così da erodere consenso a Fontana.

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