Secondo Enrico Letta la campagna dei vaccini registra una svolta – si riferisce al record di vaccinazioni, venerdì 347mila somministrazioni, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo 500mila al giorno – quindi è arrivato il momento di «pensare a una ripartenza che lasci il segno». Dall’Assemblea del Pd, in modalità da remoto come quella precedente, il segretario sorvola sulla svolta aperturista di Mario Draghi. Anzi gli consegna una proposta: «Si faccia come Ciampi fece nel luglio del 1993, un grande patto per la ricostruzione del nostro paese».

Il guaio è che nella giornata di ieri, mentre il parlamentino dem discuteva – 53 interventi, hanno parlato soprattutto le voci “della base” – la vita della maggioranza si complicava di nuovo. Il rinvio a giudizio di Matteo Salvini per avere negato il porto di Lampedusa alla nave della ong catalana Open Arms con a bordo 147 salvati, ha risvegliato gli scheletri nell’armadio del M5s. Il leader leghista ha annunciato che chiamerà a deporre i ministri del governo Conte I. E in sovrappiù ha attaccato Letta per la foto con indosso la felpa della Open Arms, scattata dopo averne incontrato il fondatore Oscar Camps: «Non ho tempo di mettermi le felpe di ong straniere che vengono a dettare legge in Italia. Mi occupo di riaperture e vaccini. Dal 26 si torna a nuova vita». L’accusa ha del surreale per un ex ministro degli Interni che ha passato il proprio mandato a esibirsi in felpa, da quelle delle forze armate a quelle delle regioni. Il punto è che i conflitti interni non facilitano la vita a Draghi. Ieri Letta ha espresso «un forte sostegno» al ministro della Salute Roberto Speranza, uscito acciaccato dall’annuncio delle riaperture. Lo stesso ha fatto il ministro Andrea Orlando che ha messo in chiaro la posta: «Dietro agli attacchi a lui ci sono gli attacchi alla nostra impostazione che ha messo al centro la persona e la sua salute». Poi c’è la partita delle amministrative. Il segretario ha spronato i suoi: 70 giorni per preparare la mobilitazione, a luglio partiranno le agorà, «un processo che durerà un semestre, interno ed esterno al partito». Il tema è «salvare la democrazia sfidata a livello mondiale» ma nell’immediato l’imperativo categorico è prevalere nei comuni: «Non si vincono le elezioni con un’ottima squadra di comunicatori o agenzie di comunicazione, meglio se americana, ma se ci sono 100mila persone in campo». Letta ha risposto ai malumori interni sui Cinque stelle: «Le amministrative saranno un primo test per l’avvicinamento. L’obiettivo è un nuovo centrosinistra, guidato da noi, che dialoga con il M5s».

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