Parla il democristiano, navigatore di lungo corso nella Prima Repubblica, oggi considerato un “grande vecchio” del ‘partito di governo’ dei Cinque stelle. Elogia Draghi e ricorda: «La Carta non fissa i requisiti per essere nominato presidente del consiglio, non c’è preclusione per chi non sia membro del parlamento»
- Vincenzo Scotti, secondo il Movimento 5 stelle tra i papabili alla presidenza della Repubblica dice che tutto è politica ma «nel nostro ordinamento non esiste un monopolio della politicità nelle mani di un ceto: la Carta non fissa i requisiti per essere nominato presidente del consiglio, non c’è preclusione per chi non sia membro del parlamento».
- Conosce Draghi: «Si è misurato con i grandi poteri, con i suoi colleghi della finanza internazionale; con il governatore della Banca centrale tedesca quando, nella crisi del 2008, ci era ostile».
- M5s e Pd devono lavorare, Matteo Renzi «se il governo Draghi riuscirà nell’impresa, avrà il merito di aver contributo a determinarlo. Ha capito con fiuto».
No, con l’incarico di Sergio Mattarella a Mario Draghi «la politica non è andata a casa. A patto che il parlamento e le forze politiche abbiano consapevolezza della congiuntura difficilissima. Sui giornali viene fatta con disinvoltura la distinzione tra “governo politico” e “governo tecnico”. C’è un equivoco: non esistono governi tecnici, la Costituzione dice con chiarezza che il presidente del consiglio dirige la politica generale del governo e ne è responsabile». Tutto è politica, sostiene Vi



