Forza Italia punta su Tajani, in seconda battuta Gelmini e Bernini. La vicepresidente della Camera, che per prima ha appoggiato l’ipotesi Draghi, lavora per orientare il partito fuori dall’orbita sovranista
Carfagna, da Forza Italia «ha un piede dentro e uno fuori», ripete la retroguardia forzista. Il piede fuori sarebbe “Voce libera”, l’associazione da lei fondata e il suo legame con Giovanni Toti.
Lei sa di essere poco amata dalle gerarchie, ha sempre descritto ogni suo sforzo dentro Forza Italia come un tentativo di «rifondare il centrodestra su base moderata e liberale».
Oggi Carfagna è serena anche senza la prospettiva di un dicastero e si gode quella che considera una sua vittoria: aver dirottato il partito nell’orbita di Draghi, senza rimanere subalterno alla Lega.
«Se davvero la facessero ministra, in Forza Italia succederebbe il finimondo», era qualche giorno fa la sentenza di un influente senatore del partito di Silvio Berlusconi. Eppure è un fatto che Maria Rosaria Carfagna da sempre detta Mara, già ministra alle Pari opportunità ed ex pupilla del Cavaliere, sia entrata nel toto nomine in quota politica del governo Draghi. E alla fine sia stata eletta ministra per il Sud e la Coesione territoriale. Carfagna da Forza Italia «ha un piede dentro e uno fu



