Le notizie sono buone, addirittura «ottime» da molte delle città al ballottaggio. Come due settimane fa il segretario del Pd Nicola Zingaretti si presenta davanti ai cronisti nella sede nazionale del partito, ma questa volta non festeggia solo le vittorie nei comuni, anche se alcune sono insperate. Stavolta rivendica la rivincita della sua personale scommessa politica, quella della coalizione giallorossa anche nei territori.

«Quando si combatte uniti nelle urne si vince. E questo spazza via tutto il chiacchiericcio sull’alleanza strategica o quella strutturale». Questo può aiutare anche il governo centrale: «Ora tocca a noi dare una visione comune sul futuro dell’Italia, a partire dalle risorse del Recovery fund».

La vittoria è di chi ha scommesso nella coalizione di governo. Dai Cinque stelle infatti gli fa eco il ministro Luigi Di Maio che, nel movimento, avrebbe preferito alleanze anche alle regionali, come del resto avevano votato gli attivisti sulla piattaforma Rousseau, forse per l’ultima volta: «Le coalizioni ci premiano ovunque, gli iscritti avevano ragione», dice.

Bottino dem

Ma il bottino più corposo è quello dem. A Reggio Calabria è confermato il sindaco Giuseppe Falcomatà. In Lombardia, dopo le vittorie a a Mantova, Bollate, Segrate e Somma Lombardo, ieri di sei comuni al ballottaggio i Dem sono avanti in quattro: Lecco, Saronno, Corsico, Legnano, Corsico. Per l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino, già assessore di Milano, è un segnale che anche in terra leghista «si può fare».

I dem vincono ad Aosta, in Abruzzo finiscono avanti largamente ad Avezzano e a sorpresa a Chieti. In Campania il giovane segretario di Napoli Marco Sarracino si esalta, parla di «un risultato eccezionale, il Pd si conferma la prima forza della provincia di Napoli, alle tantissime vittorie già riportate al primo turno si aggiungono oggi quelle straordinarie di Pomigliano d'Arco e Giugliano, comuni importantissimi dove abbiamo deciso di sperimentare la coalizione con M5S. Vinciamo a Sorrento, non accadeva dal 1993. Vinciamo Saviano, non era mai successo».

E sono vittorie speciali, queste, proprio perché ottenute in alleanza. Come a Cascina (Pisa), la cittadina delle candidata presidente di regione sconfitta, la leghista Susanna Ceccardi, e dove il candidato di centrosinistra Michelangelo Betti ha vinto grazie agli apparentamenti al secondo turno.

E invece a Senigallia il candidato progressista, che pure era avanti, ha perso. A Matera le parti si rovesciano: stravince il sindaco M5S Domenico Bennardi grazie ai voti Pd . Ad Andria, in Puglia, invece la candidata Pd Giovanna Bruno batte il candidato M5S. La destra si deve accontentare di tenersi Arezzo in Toscana e Terracina nel Lazio. Il leghista Matteo Salvini si rifugia nella vittoria di Voghera (Pavia). «È chiaro che la coalizione ha una battuta d’arresto» ammettono da Fratelli d’Italia.

Amministrative 2021

Zingaretti si prende una rivincita contro quelli che nel Pd – ma anche fuori (leggasi Italia viva) – sono contro le alleanze con i grillini. I suoi festeggiano con gli sfottò: «Se ho capito bene, leggendo i dati dei ballottaggi di oggi, la subalternità del Pd al M5S consisterebbe nel fatto che loro votano i nostri candidati e noi vinciamo le elezioni. Bene. Un saluto agli scienziati», twitta Marco Miccoli.

È la vittoria di un’opzione congressuale in assenza di congresso: «Il Pd si conferma pilastro e aiuto dell’alternativa alle destre, simbolo di un grande partito diffuso, sempre più solido e radicato», esulta Zingaretti. E poi aggiunge, quasi fosse già il tempo di bilanci: «Mi ero candidato segretario solo per restituire all’Italia una forza alternativa alle destre. Una parte di quella missione è stata raggiunta».

Ora, spiega, ma solo ora, si può parlare delle amministrative del 2021, quelle in cui andranno al voto Roma, Torino, Milano, Bologna e Napoli. Fin qui in queste città di alleanze giallorosse non c’era traccia. Ma dopo questo risultato è possibile che qualcuno, nei 5 stelle, ci ripensi. Iniziando da Virginia Raggi a Roma.

«Sceglieranno i territori, nessuno dei candidati che ha vinto è stato scelto dal segretario», conclude lui. È un’altra notizia: vuol dire che a Roma ha rinunciato al «nome autorevole» che pure aveva dichiarato di avere in mente. Aprendo così la strada alle primarie.

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