Le cento piazze d’Italia per Gaza e la Flotilla: «Siamo due milioni»

«Oltre due milioni di persone». Nel tardo pomeriggio, la Cgil annuncia il successo della manifestazione indetta parallelamente all’Usb che ha riempito cento piazze italiane. Solo a Roma le persone in piazza erano 300mila, 80mila per la questura, partite da piazza Vittorio e arrivate a porta Maggiore passando a porta Pia, con annesso lancio di uova contro il ministero dei Trasporti di Matteo Salvini, pronto nei giorni scorsi a intervenire sui manifestanti anche con la precettazione. «Sciopero legittimo» A dare un orientamento al corteo prova in mattinata il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: «Lo sciopero è legittimo e se ci saranno tentativi di sanzione difenderemo lavoratori e lavoratrici e impugneremo eventuali sanzioni verso la nostra organizzazione», ha detto alla testa del corteo variegato che è sceso in piazza. Attivisti, ma anche giovani e famiglie, con un’adesione media che secondo il sindacato arriva al 60 per cento. Una frecciata anche a Salvini: «Stia tranquillo perché lo paghiamo noi con le nostre tasse e queste manifestazioni tengono alto l’onore del paese. Io credo che un governo serio dovrebbe avere l’umiltà di ascoltare e di ringraziare la gente che è qui, che sta dicendo che l’Italia deve svolgere questa funzione». In piazza c’è pure Elly Schlein con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs: «Siamo qui per dire “Palestina libera” e per solidarietà alle attiviste e agli attivisti della Flotilla, che dalla presidente Meloni hanno ricevuto attacchi più duri di quelli mai rivolti ai crimini commessi da Israele. La detenzione degli attivisti fermati è illegittima, l’intercetto israeliano è avvenuto in violazione del Diritto internazionale e marittimo. Un atto di pirateria in acque internazionali», ha detto la segretaria dem. L’accento dei leader in piazza è sull’approccio non violento della manifestazione: «Noi siamo qui in piazza pacificamente, come sempre, a portare le nostre ragioni, che sono quelle della liberazione della Palestina, e della solidarietà ai palestinesi, che stanno morendo sotto le bombe di Netanyahu e anche per la fame». La via stretta tra antisemitismo, lo Stato di Israele e la libertà di parola Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giuseppe Conte che, da Villa San Giovanni, dov’era per gli ultimi scampoli di campagna elettorale per il suo candidato alle regionali calabresi Pasquale Tridico, ha raccomandato ai manifestanti di restare pacifici: «Dico a tutti i manifestanti in tutta Italia, come qui a Reggio Calabria: “Non cadete in nessuna trappola perché la vostra protesta è pienamente legittima di fronte al silenzio inerte e complice del governo”». Per il presidente del Movimento 5 stelle, Giorgia Meloni «provoca con le sue affermazioni e dichiarazioni quasi per incitare alle reazioni e sperare forse di lucrare un qualche consenso politico da questa radicalizzazione». Ed ecco il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari, fischiato nei giorni scorsi per aver ricordato, durante una manifestazione a cui partecipava anche la special rapporteur Onu per i territori palestinesi occupati Francesca Albanese, l’attacco di Hamas del 7 ottobre. «Ringrazio tutte le persone che mi hanno testimoniato vicinanza per l’accaduto, e comprendo chi dissente dalle mie parole, ma non cerco scontri né rivendicazioni», si legge in una nota. Mobilitazioni pacifiche Alla fine, effettivamente, la mobilitazione è rimasta per lo più pacifica. A Bologna, dove in piazza secondo il sindacato ci sono 100mila persone, dopo un lancio di fumogeni da parte dei manifestanti arriva una carica della polizia in tangenziale, mentre a Milano (altri 100mila manifestanti, secondo la Cgil), sulla tangenziale est sono entrati in funzione gli idranti della polizia. Ma l’obiettivo è raggiunto, il paese si è fermato per gran parte della giornata: a Genova una parte dei 40mila in piazza ha occupato i binari e bloccato la stazione Principe, a Napoli i 50mila manifestanti si sono diretti verso il porto e per un periodo hanno bloccato l’accesso all’A3, a Firenze nelle strade si sono riversate 70mila persone, per la Cgil mai così tante dal Social forum del 2002. Un gruppo di manifestanti ha anche bloccato le piste dell’aeroporto di Pisa, mentre a Torino uno spezzone di corteo ha tentato di dirigersi nuovamente verso le Ogr, dov’è in corso la Tech Week, con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, in dialogo con John Elkann, presidente di Stellantis e amministratore delegato di Exor, ma è stato respinto dalle forze dell’ordine. Anche nella città sabauda ci sono stati lievi scontri con il lancio di torce e fumogeni, oltre che in prossimità delle Ogr anche di fronte alla sede di Leonardo. In serata, la reazione indignata dell’ambasciatore d’Israele in Italia, che denuncia «iniziative apertamente antisemite». La «narrativa falsata e ideologizzata mossa a livello politico e propagandistico» ha scritto Jonathan Peled su X, «ha avuto conseguenze concrete e pericolose nelle città italiane con episodi di tensione durante manifestazioni e scioperi, e in alcuni casi con iniziative che hanno anche assunto connotazioni apertamente antisemite». La marea umana di Milano per Gaza: «Vi aiutiamo noi a definire bambino» Adesione rilevante anche in Rai, dove la partecipazione dei tecnici rappresentati dalla Cgil e di una parte dei giornalisti tesserati Usigrai ha mandato a monte diverse edizioni della Tgr in giro per l’Italia. Prendono posizione anche i cronisti del Tg3, che testimoniano l’adesione allo sciopero in una nota: «Pur credendo nell’importanza di raccontare le mobilitazioni in corso, come abbiamo fatto fino a ieri e come faremo da domani abbiamo deciso con questa scelta di sottolineare nel modo più concreto la nostra vicinanza a chi manifesta in sostegno del diritto internazionale». Partecipi anche le persone detenute-lavoratrici dipendenti della società Fare Impresa, nel carcere di Dozza, disposte a rinunciare a un giorno del loro stipendio e a un giorno di libertà.