L’ex manager ai pm: «Da Tiziano nessuna pressione, ma mi raccomandò Carlo Russo che voleva truccare la gara». Su Romeo: «Non mi fu segnalato lui. Se tifavano per la Omnia Servitia? Non ricordo. Ma per per colpa di questi io ero frustrato e incazzato. Perché li incontravo? Una sorta di dovere d’ufficio: era il padre del presidente del Consiglio»
- Ecco le nuove carte dello scandalo Consip. Marroni in un nuovo interrogatorio attacca di nuovo Tiziano Renzi e il suo sodale Carlo Russo. «Il babbo del premier mi segnalò l’amico, Russo poi mi minacciò».
- Ai pm di Roma l’ex ad della stazione appaltante racconta tutti gli incontri con i due uomini, accusati di traffico di influenze: «Russo l’ho visto sette volte, voleva che cambiassi i punteggi della gara. Ma era impossibile»
- Marroni ha spiegato che Russo non gli ha mai fatto il nome di Romeo. «Non era una grande azienda forse lo avrei ricordato. La Omnia Servitia? Non ricordo. MA per colpa loro io ero frustrato e incazzato»
«Tiziano Renzi? Non mi ha minacciato, nessuna pressione. Mi ha chiesto però il favore di incontrare Carlo Russo. Mi disse: “È uno che conosco, è un'ottima persona, è bravo, ha delle idee, partecipa a delle gare, ti vorrebbe parlare, ti vorrebbe conoscere”. Lo incontrai. Russo non mi parlò mai di Romeo, ma è vero che lui mi minacciò». Luigi Marroni, ex ad di Consip sulle cui dichiarazioni si basa l'intero scandalo politico e giudiziario che coinvolge il papà del leader di Italia Viva Matteo Renz
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