La fase 3, se così la si può chiamare, può formalmente iniziare. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha esaminato il nuovo decreto del presidente del Consiglio (Dpcm). Un esame preliminare e assolutamente informale visto che il testo verrà presentato formalmente oggi, in parlamento, dal ministro della Salute Roberto Speranza per poi tornare domani in Consiglio dei ministri per l’approvazione finale.

Non si registrano particolari tensioni, sia i membri del governo che i partiti della maggioranza hannoi già dato il loro sostanziale via libera alle nuove misure pensate per contenere il nuovo aumento di contagi da coronavirus. Ma, come ha notato l’Huffington Post, non è certo usuale che un decreto del presidente del Consiglio venga presentato davanti alle Camera da un ministro. E la scelta, scrive sempre il sito, sarebbe dettata proprio dalla volontà di evitare le polemiche che normalmente accompagnano il premier Giuseppe Conte ogni volta che interviene in aula.

Polemiche che, soprattutto stavolta, appaiono quanto mai scontate. Il dpcm contiene infatti la richiesta di prolungare lo stato d’emergenza e, con esso, i “poteri speciali” del premier che continuerà a gestire l’emergenza lasciando al parlamento un ruolo secondario.

Mascherine per tutti

Quanto alle misure contenute nel provvimento, stando alle bozze circolate prima del consiglio dei ministri, il dpcm prevede l’estensione a tutto il territorio nazionale dell’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto, con un conseguente inasprimento delle pene che tuttavia dovrebbero essere inferiori ai 3 mila euro. Non ci sarà, invece, lo stop per bar e ristoranti che quindi non saranno costretti a chiudere alle 23. L’idea era stata valutata, ma all’ultimo minuto è stata accantonata.

«Non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali come si legge su alcune testate, né di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco» hanno fatto sapere da palazzo Chigi. «Siamo in una situazione diversa da quella della fase iniziale, quella più acuta - ha detto il premier Conte in un’intervista a Monica Maggioni – È chiaro che il contagio continua, ma io posso dire che siamo fiduciosi di tenerlo sotto controllo perché abbiamo un sistema sanitario rafforzato e poi abbiamo elaborato un sistema di monitoraggio molto sofisticato che ci consentirà, laddove necessario, di intervenire in modo mirato e circoscritto. E quindi quando io dico che non vedo all’orizzonte un nuovo Lockdown lo dico non con uno spirito di incauto ottimismo».

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti ha definito il decreto un «passo indietro inaccettabile». Il dpcm prevede inoltre un numero massimo di partecipanti alle feste private, come battesimi e matrimoni, fissato a 200 persone. Resta il divieto di ballo nei locali chiusi in cui non si possa rispettare il distanziamento fisico. All’aperto non sarà possibile riunire più di mille persone alla volta, rigorosamente distanziate. La misura riguarda le manifestazioni di piazza, ma anche lo sport. Sul tema stadi il governo non cambia idea: il limite resta di mille spettatori.

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