La coppia terribile: Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema. Rieccoli, in qualche modo di nuovo nella stessa trincea, al fatale appuntamento con l’elezione del presidente della Repubblica. Sono loro i protagonisti di oggi di Monte Cavallo. Sì perché se è vero che il mondo politico sta metabolizzando il discorso di san Silvestro di Sergio Mattarella, loro due ne hanno snobbato i contenuti e hanno fatto capire di voler seguire la loro strategia.

Sette anni fa provarono ad allearsi e cercarono in tutti i modi di determinare il successore di Giorgio Napolitano. Tornarono persino a parlarsi direttamente al telefono. Non volevano Sergio Mattarella, la cui elezione subirono come fosse una sconfitta. Mr. B ruppe il patto del Nazareno per quel tentativo di inciucio con il leader Maximo. Mentre D’Alema si allontanò dal Pd, fino a rompere definitivamente sul referendum, dodici mesi dopo. Oggi sono di nuovo in campo.

Silvio Berlusconi, come racconta Paola Di Caro in un retroscena oggi sul Corriere, sta preparando un colpo clamoroso: far uscire Forza Italia dal governo. Massimo D’Alema ha provocato una grande polemica nel Partito democratico, annunciando il suo rientro con un tale carico di disprezzo («Il Pd è guarito dalla malattia del renzismo») da irritare molto anche Enrico Letta.

«Dire che le parole di D’Alema abbiano suscitato “profonda irritazione”, come a un certo punto trapela dal Nazareno, è un eufemismo che rende poco l’idea», scrive Giovanna Vitale sempre oggi su Repubblica. Eccoli dunque i due, ingombranti, determinati, forse anche questa volta alleati. Certamente uniti dalla comune avversione a Sergio Mattarella e soprattutto a Mario Draghi.

Se un anno fa ci fu un teorico della linea: «O Conte o morte» fu proprio D’Alema, che cercò in tutti i modi di impedire il governo Draghi di unità nazionale, voluto dal Quirinale. Sette anni fa Silvio&Massimo ci provarono, spingendo per il candidato Giuliano Amato. Questa volta è possibile che Silvio pensi di contare sul sostegno (nascosto dal voto segreto) di Massimo… Del resto Mr. B lo ha spiegato a Salvini e Meloni: «Ho appoggi anche a sinistra”. Insomma. Attenti a quei due. Potrebbe essere il loro turno.

Domani la convocazione di Fico

Il presidente della Camera Roberto Fico domani spedisce la lettera di convocazione ai grandi elettori: deputati, senatori, compresi quelli a vita, e delegati regionali. Sulla scelta della data pesano i nuovi obblighi di approvazione dei decreti del governo (compreso quello sul super Green pass) e il calendario che deve tener conto di impegni e scadenze. Perché la regola è questa: una volta cominciata la sessione a camere riunite per l’elezione del nuovo capo dello stato, il parlamento non può occuparsi d’altro. Si discute delle norme anti Covid per la procedura di voto.

Ne scrive oggi su Repubblica Giovanna Casadio, che sottolinea come il procedimento della “chiama” nominativa al voto segreto permetterà di “contingentare” i mille a duecento per volta. E probabilmente i “catafalchi” (sotto i quali si vota) andranno sanificati ogni mandata. Tutto questo però significa che sarà difficile avere più di un voto al giorno, mentre la prassi nel passato era di due scrutini al giorno.

Donne che amano le donne al Colle

Appello di numerose intellettuali e vip dello spettacolo che chiedono ai grandi elettori di scegliere una donna come prossimo presidente della Repubblica. In calce le firme di Dacia Maraini, Fiorella Mannoia, Luciana Litizzetto, Serena Dandini... Sallusti su Libero chiosa che dovrebbe essere una «donna di destra». Natalia Aspesi, nei giorni scorsi, aveva dato un parere politicamente scorretto sulla vicenda. E infatti la sua firma manca.

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