Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella domenica si è recato in Francia e oggi ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron. Nella sua prima visita di stato da quando il Covid-19 ha fermato i viaggi, ha rilanciato la cooperazione bilaterale con Parigi e ha chiesto cooperazione sui migranti: «Non si fermano con i cartelli vietato entrare» avrebbe detto il presidente italiano a quello francese nei toni informali dell’incontro privato.

In conferenza stampa ha dichiarato esplicitamente che bisogna lavorare insieme sulla Libia e il Sahel. Durante il colloquio privato ha specificato che occorre aiutare le persone in loco, in modo che non abbiano più bisogno di emigrare. Macron ha assicurato che Italia e Francia hanno «visioni convergenti».

La vocazione dell’Europa

L'Europa, ha detto durante la conferenza stampa di chiusura dell'incontro Mattarella «può trasferire nelle regioni vicine», come la Libia e il Sahel, «la sua vocazione alla pace e alla collaborazione. E in questo Francia e Italia sono certamente chiamate a collaborare, come stanno facendo».

Con il presidente francese Emmanuel Macron, ha spiegato Mattarella, «abbiamo parlato del legame transatlantico e degli Stati che ci chiamano alla responsabilità e alla collaborazione, come in Libia o nel Sahel».

Mattarella ha raccontato che i due presidenti si sono confrontati su «tutto quello in cui Francia e Italia si ritrovano insieme, avvertendo l'importanza di svolgere un ruolo di pace, di collaborazione e di crescita per quanto riguarda il futuro non solo dell'Europa, ma anche delle regioni intorno. Siamo circondati da stati di crisi, da tensioni». Ha poi sollecitato la Francia: «Ringrazio molto il presidente Macron per questo incontro, per l’accoglienza, per le parole che mi ha riservato. Le ricambio con grande amicizia personale, con grande apprezzamento per quanto la Francia fa nell’Unione europea e nella comunità internazionale».

Il trattato del Quirinale

I toni sono stati tra i più cordiali. La relazione tra l'Italia e la Francia «si inscrive anche in una dimensione mediterranea, che abbiamo evocato nel nostro colloquio – ha detto Macron – . Abbiamo parlato della questione libica, sulla quale abbiamo visioni convergenti, con un lavoro incessante che si è costruito in questi mesi con visite comuni da parte dei nostri ministri». La Conferenza sul futuro dell'Europa, ha aggiunto il presidente francese, «permetterà di definire le linee di forza di un'Europa che sappia tracciare il suo futuro, costruire le politiche di domani, offrire alla gioventù le opportunità e i sogni cui ha diritto, e costruire l'autonomia necessaria».

Ma è sul piano bilaterale che i due presidenti hanno compiuto un passo in avanti: «Come mio primo viaggio all’estero  – ha detto Mattarella – sono lieto che si tratti della visita di Stato in Francia, perché la Francia e l’Italia condividono un legame che più volte anche io ho definito unico, che si basa su valori condivisi, su storia comune, su visioni condivise».

Questa partnership «è davvero essenziale: bilateralmente, lo è per l’Unione europea e lo è anche per la comunità internazionale. E questo coordinamento rafforzato tra Francia e Italia è emerso evidente anche a Bruxelles, in occasione del Recovery Fund».

Da tutto questo, ha aggiunto Mattarella, «nasce la naturale esigenza – che il presidente Macron ha ricordato - di un trattato di collaborazione rafforzata che esprima e dia forme e percorsi a questa collaborazione così intensa».

Il “trattato del Quirinale”, ipotizzato sin dal 2016, quando il presidente del consiglio in carica era Paolo Gentiloni, è tornato protagonista. Mattarella ha annunciato che è in corso di stesura: «Noi siamo impegnati - entrambi - nella definizione del contenuto del nuovo Trattato e speriamo di condurlo a compimento velocemente per esprimere questa partnership così forte».

Sul fronte sociale i due paesi lavoreranno a un servizio civile comune: «L’attenzione ai giovani – ha concluso Mattarella nella sua dichiarazione alla stampa – è naturalmente ciò che sta alla base della visione che Francia e Italia hanno, perché tutte le sfide così importanti che dobbiamo affrontare hanno a oggetto il futuro e quindi la sorte e la condizione delle nuove generazioni.

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