Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato «l’orrore» delle foibe nel giorno dedicato alla strage che colpì gli italiani nelle terre occupate dalle forze del generale e poi presidente jugoslavo, Tito, alla fine della Seconda guerra mondiale. Mattarella ha ricordato come «il dolore, che provocò e accompagnò l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, tardò a essere fatto proprio dalla coscienza della Repubblica», ma ha poi aggiunto che l’obiettivo per il futuro debba essere quello «di evitare che il dolore si trasformi in risentimento e poi in odio» così da evitare di «impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione».

Proprio sul tema della riconciliazione il presidente della Repubblica ha ricordato l’incontro con il presidente della Repubblica sloveno, Borut Pahor, in occasione della firma del protocollo d’intesa per la restituzione del Narodni Dom alla minoranza linguistica slovena in Italia e i «progetti altamente apprezzabili» come la scelta di fare di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, capitale della cultura europea 2025. 

Le altre reazioni

Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, ha voluto affermare «l'importanza di promuovere il ricordo delle foibe e dell'esodo degli istriani-dalmati». Sul tema è intervenuto anche il senatore e leader di Italia viva, Matteo Renzi, parlando delle foibe come di una «tragedia che in troppi hanno ignorato».

Cosa furono le foibe

L’eccidio delle foibe avvenne tra il 1943 e il 1945. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, i partigiani di Tito avanzarono nelle regioni dell’Istria e della Dalmazia rastrellando gli italiani che vennero torturati e poi gettati vivi nelle foibe, delle depressioni carsiche. Per molto tempo la tragedia è stata ignorata da gran parte del mondo politico e soprattutto dal Partito comunista italiano, preoccupato di conservare dei buoni rapporti con la Jugoslavia comunista di Tito. Il numero totale delle vittime non è mai stato accertato con precisione, ma si aggira su diverse migliaia.

© Riproduzione riservata