«Bocciamo Bianchi, sulla maturità ora decidiamo noi!» recita lo striscione dell’azione di protesta svoltasi questa mattina da parte dell’Unione degli Studenti, di fronte al ministero dell’istruzione.

Dopo gli ultimi mesi di forte critica al ministro Patrizio Bianchi sull’alternanza scuola lavoro, gli studenti non si sono sentiti ascoltati nemmeno sugli esami di maturità. «Nell’immaginare le linee guida dell'esame di quest’anno non si è tenuto conto delle difficoltà didattiche, dell’apprendimento ed emotive vissute degli ultimi anni dagli studenti». Per loro «è un esame privo di senso».

La loro rabbia deriva anche dal fatto che il dicastero non li ha più convocati. «Il ministro continua a non convocarci per prendere le decisioni, non solo rispetto alla maturità, ma noi siamo disposti a mobilitarci finché questo non avverrà».

Le critiche

La critica agli esami va oltre la gestione della pandemia. Bianca Chiesa, dell’esecutivo nazionale dell’Uds, racconta che l’associazione propone un approccio radicalmente diverso: «Non riteniamo che il percorso degli studenti si possa valutare attraverso questa modalità di esame. Al contrario sosteniamo un approccio che garantisca al soggetto in formazione di apportare elementi di soggettività e pensiero critico al processo valutativo».

Il voto finale della maturità mette insieme crediti maturati, media e risultato delle prove ma questo non significa che venga valorizzata realmente «la multidisciplinarità e il totale percorso di studi dello studente».

Accanto allo striscione principale, anche cartelli che formano una pagella per il ministro. Mimano una “bocciatura” dagli studenti nell’ambito dei diritti e dell’ascolto e viene “promosso” per la repressione messa in atto durante le piazze di protesta di questo inverno.

Quest’anno sono state occupate più di 100 scuole e migliaia di studenti sono scesi in piazza «abbiamo creato gli Stati Generali della scuola a Roma e siamo stati ricevuti alla Camera dei Deputati» raccontano. Adesso vogliono che anche il ministro li riceva. «Continueremo a mobilitarci», concludono gli studenti.

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