L’ex premier vuole fare il fortissimo punto di riferimento della sinistra pacifista. E mette alla prova i dem sull’appoggio alla Commissione
Le acrobazie del leader M5s
sulla Russia e sulle armi
prefigurano altrettante
acrobazie sul futuro tavolo
del programma.
Il secondo round del confronto fra Giorgia Meloni e l’opposizione sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, martedì mattina al Senato, è stato un po’ meno movimentato del primo, lunedì alla Camera. La presidente non ha risposto alle stoccate di Matteo Renzi – «questo è il tempo in cui bisogna provare a ragionare il più possibile insieme», ha detto – ma non ha rinunciato all’ironia su Giuseppe Conte, che nel frattempo stava volando verso l’Aia per la sua iniziativa contro il vertice Nat



