Nel suo discorso di fiducia, la premier Giorgia Meloni ha detto che farà tutto quel che riterrà necessario. Sottinteso: anche se questo farà fibrillare la sua maggioranza già attraversata da tensioni interne. «È anche un avvertimento agli alleati – concede il deputato di Fratelli d’Italia Andrea De Bertoldi – Ma prima di tutto una promessa ai cittadini, perché è nei loro confronti che lei si sta giocando tutto».

A chi si è rivolta Giorgia Meloni nel suo discorso sulla fiducia?
All’Italia e a tutti gli italiani, di tutte le formazioni politiche e provenienze ideologiche. Un discorso da leader e da statista, che ha toccato tutti i temi di politica economica e sociale. Ha dato le risposte che l’Italia che produce e che lavora si aspettava, a partire dalla tutela delle imprese e del lavoro autonomo.Si è rivolta anche alle opposizioni, parlando di aborto e diritti civili. Ha voluto dare rassicurazioni anche a sinistra, che pure la ha attaccata, dicendo che non limiterà i diritti ma garantirà la totale applicazione della legge sull’aborto. Le sue sono state risposte non scontate.

Però fuori dall’aula le tensioni ci sono. Matteo Salvini, appena insediato al ministero dei Trasporti, ha già reclamato spazio sul tema degli sbarchi. Come andrà gestito?
I rapporti tra lui e Meloni sono molto buoni, anche in aula si è preoccupato di farle arrivare l’acqua e l’ha abbracciata. Politicamente, bè ovvio che i rapporti di maggioranza sono tra partiti alleati ma diversi. Ogni forza politica deve caratterizzarsi ed è fisiologico che avanzi le sue proposte. È il valore aggiunto di una coalizione, se questo viene gestito correttamente e lo spirito è positivo. Poi la sintesi, però, spetta sempre alla premier.
Nei riferimenti alla collocazione a fianco dell’Ucraina c’era il riverbero degli audio di Silvio Berlusconi. Anche Forza Italia è in un momento di grossa tensione interna. Sarà un problema da gestire?
Fratelli d’Italia gestisce molto facilmente i rapporti con Forza Italia. I colleghi sono coscienti del momento storico ma soprattutto che gli elettori che ci hanno votati non vogliono litigi e differenziazioni. Soprattutto, sappiamo che i nostri elettori sono euroatlantici, senza tentennamenti.

Intanto, impazza anche lo scontro per dividere i posti di sottosegretario. Meloni dovrà dire altri no?
Come in tutti i governi, quando si distribuiscono gli incarichi è normale che ci sia più effervescenza e anche che qualcuno si senta di poter vantare qualche credito in più. Nella scelta dei nomi, Meloni si ispirerà alla meritocrazia, scegliendo non solo e non tanto sulla base delle appartenenze politiche ma soprattutto coloro che sono funzionali al suo progetto.

Quindi quel suo “Farò ciò che devo” era un avvertimento?
Qualcosa di più, perché parlava al paese. Lei ha detto che non farà passi indietro rispetto a quello che lei ritiene serva all’Italia, anche se volesse dire non venir rieletta. Si sta giocando i valori e gli ideali che l’hanno fatta entrare in politica e farà tutto quel che serve, senza badare al ritorno politico immediato o al fatto che le sue scelte siano immediatamente comprensibili.

Anche a costo di scontentare gli alleati?
Era una frase rivolta anche agli alleati, certo, ma non solo. È un’indicazione anche agli elettori, che poi tra qualche mese voteranno alle regionali. Farà quello che lei riterrà sia nell’interesse dell’intera comunità, in un’ottica di lungo periodo.

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