Stai a vedere che la salita al Colle passa da Milano. Legittimo chiederselo dopo aver assistito alla Prima della Scala di ieri sera. La standing ovation del pubblico milanese con un lungo applauso rivolto al presidente Sergio Mattarella e soprattutto quelle voci di “Bis!”, strepitosa espressione teatrale di gradimento e insieme richiesta di replica che qui ha assunto un preciso significato istituzionale, sono state appunto plateali. Evidenti. Una richiesta di bis calorosa, dal basso, del tutto lontana da quei giochi di Palazzo che avevano irritato visibilmente il Presidente, con quel dico e non dico, quelle battute sull’ “insaputa”, quel disegno di legge sul divieto per fare l’opposto… Tutte manovre che avevano dato la brutta impressione di un disegno obliquo, e non diretto, dei partiti, interessati soprattutto alla loro sussistenza.

Negli applausi e nel bis chiesto dalla Scala c’è viceversa il senso di un Paese che sa quanto deve a Mattarella, per questi anni così tormentati e difficili. Nessuno uomo politico italiano oggi ha lo stesso grado di fiducia. Basterà Milano a Mattarella per ripensarci? Come si dice nel capoluogo lombardo… è tanta roba. Ma è molto difficile, altamente improbabile che il presidente uscente si faccia convincere al bis.

Per Alessandro Sallusti potrebbe fare la fine di Macbeth, della cui vicenda evoca i “catastrofici effetti della ricerca del potere per il proprio interesse personale”. Per Ugo Magri sulla Stampa “i grandi elettori del prossimo presidente dovranno scegliere qualcuno con le stesse caratteristiche, che prosegua sulla stessa strada”.

PER AZZARITI DRAGHI SOLO AL PRIMO VOTO

Il Fatto torna sul tema caldo dell’ingorgo istituzionale con due considerazioni. La prima è che nel caso di Mario Draghi al Quirinale, potremmo avere in rapida successione ben tre diversi Premier. Draghi, un responsabile dell’interim durante le consultazioni (Brunetta?) e poi il vero e proprio successore (Franco? Cartabia?).

La seconda è una riflessione del costituzionalista Gaetano Azzariti che non concorda coi suoi colleghi. Sostiene infatti: se Draghi andrà al Colle, toccherà ancora a Mattarella sbrigare tutte le pratiche del nuovo governo, consultazioni e incarico, ed entro il 3 febbraio 2022. Il che significa che per eleggere Draghi ci sarebbe giusto il tempo del primo o del secondo voto. Date ipotizzabili: 20 e 21 gennaio… Una voto alla Formula uno…

IL CAV INTERVIENE AD ATREJU

Collegamento super piacione di Silvio Berlusconi con Atreju, la festa di Fratelli d’Italia organizzata da Giorgia Meloni. Il Cav non ha toccato l’argomento dell’elezione al Quirinale, se non alla fine per dire: «Verrò a firmare la petizione di Fratelli d'Italia per l'elezione diretta del presidente della Repubblica».

Così, sul presidenzialismo di lotta e di governo, il centro destra si ritrova unito, senza bisogno di capire quando e come sarà unito nel sostegno al fondatore di Forza Italia. A proposito di Mr.B. Giuseppe Conte ieri da Myrta Merlino a L’aria che tira su La7 ha detto “che Berlusconi ha avuto un ruolo istituzionale importante, ha fatto anche molte cose buone, ha interpretato sicuramente la voglia di rinnovamento di una parte del paese che si è identificata con lui”. Ma che non sarà lui il candidato dei 5 Stelle per il Quirinale. Quanto al seggio Roma1 da assegnare alle suppletive, l’elettore 1009 potrebbe, a questo punto, essere una donna. Entro sabato va presa una decisione.

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