Con i capigruppo dell’opposizione positivi al Covid-19 la discussione sul ddl Zan slitta di una setimana, per ora. Sabato in piazza sia i favorevoli sia i contrari alla proposta
- Settimana prossima era previsto alla Camera il voto sul ddl Zan, che prevede l’estensione dei reati di odio anche alla omotransfobia. Ma l’opposizione ha ottenuto il rinvio, per la positività al Covid-19 dei capigruppo di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia.
- Secondo il relatore Zan, questa richiesta è stata strumentale: «Hanno utilizzato la scusa del Covid».
- Intanto nelle piazze di Roma (e altre città) si sono sfidati a distanza favorevoli e contrari alla legge. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha infine disposto il rinvio del voto di una settimana.
Più delle proteste dei movimenti “pro vita”, è il Covid-19 a fermare l’approvazione della legge contro l’omofobia: sarà rinviata, per ora di una settimana. Il disegno di legge Zan prende il nome dal suo relatore, il deputato del Pd Alessandro Zan. Se approvato, estenderebbe i reati di odio e discriminazione, previsti dall’articolo 604 bis del codice penale, anche alla omotransfobia. La settimana prossima la proposta doveva essere votata alla Camera: ma il centrodestra ne ha ottenuto il rinvio, dopo i nuovi casi di Covid-19. Dopo Maria Stella Gelmini (Forza Italia), Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia), è positivo anche Maurizio Lupi (capogruppo di Noi con l’Italia).
«Abbiamo chiesto il rinvio al presidente Fico – ha detto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari –. Una legge politicamente molto rilevante non può essere discussa senza i capigruppo di opposizione». Il tema è lo stesso che si sta ripetendo nelle ultime settimane: come si può garantire il lavoro del Parlamento, con deputati e senatori in quarantena? Secondo Zan, «le opposizioni chiedono di fermare l’esame della legge contro l’omotransfobia e la misogenia utilizzando la scusa del Covid».
Piazze divise
In una trentina di città d’Italia sabato ci sono state manifestazioni a favore del ddl Zan. «Non siamo cittadini di serie B – ha detto Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, a Roma, nella piazza del Pantheon –. La nostra comunità deve avere gli stessi diritti delle altre minoranze, tutelate dalla legge Mancino contro il razzismo e la discriminazione religiosa».
A poca distanza, sempre a Roma ma in piazza del Popolo, le opinioni erano molto diverse. Nella piazza “della libertà”, organizzata dalla onlus “Pro vita e famiglia”, c’erano persone contrarie all’aborto e sostenitori della “famiglia tradizionale”. «Siamo arrivati da tutta Italia per dire no a questa legge – ha detto Jacopo Coghe, vicepresidente della onlus –. C’è un popolo che si sta risvegliando e che non è disposto a restare indifferente, mentre la libertà viene minacciata».
Il rinvio
Dopo che i microfoni sono spenti nelle piazze, sabato sera è arrivata la conferma dal presidente della Camera, Roberto Fico: «Ci sarà lo slittamento del ddl Zan. Il provvedimento sarà esaminato la settimana seguente, rispetto a quando era previsto. Nei prossimi giorni però l’attività della Camera continuerà»
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