La prima giornata di votazioni per il presidente della Repubblica ha dato anche luogo a siparietti e imprevisti che non avevano messo in conto nemmeno i leader.

Senatori a vita

I primi a inserire il proprio voto nell’insalatiera sono stati i senatori a vita: presenti in aula però sono stati soltanto quattro di loro su sei. Non hanno partecipato al voto l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il fisico Carlo Rubbia. Presenti invece l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, Liliana Segre, l’architetto Renzo Piano e la scienziata Elena Cattaneo, reduce da uno scippo avvenuto nei giorni scorsi nella metropolitana di Milano.

L’arrivo di Bossi

Umberto Bossi (che ha anche raccolto qualche preferenza nel primo spoglio) è arrivato in mattinata circondato da un folto gruppo di parlamentari leghisti ed è stato accompagnato alla cabina elettorale in carrozzina. Subito dopo, con l’immancabile sigaro tra le dita, si è diretto in cortile a raccogliere i saluti dei colleghi di partito ma anche di altre formazioni: ha voluto scambiare qualche parola per esempio l’ex leader del Pd Pier Luigi Bersani. I leghisti di vecchia data si sono riuniti attorno a lui nella speranza di avere qualche indicazione dal vecchio leader, che nei giorni scorsi ha incontrato anche Matteo Salvini.

Il controllo dei tempi

Cinque stelle e Pd hanno voluto essere particolarmente sicuri delle decisioni dei loro grandi elettori e per non correre nessun rischio hanno previsto controlli all’uscita dalle cabine elettorali: chi ci ha messo più tempo, invece di attraversare direttamente i “catafalchi” con la scheda, è sospettato d’aver scritto qualcosa invece di aver inserito soltanto la scheda bianca concordata dal centrosinistra. La stima dei “controllori” è che per attraversare i catafalchi votando scheda bianca ci vogliono circa otto secondi.

Contingentamento a metà

Mentre all’interno dell’aula gli accessi erano rigorosamente contingentati, il transatlantico era aperto a tutti gli “addetti ai lavori”, grandi elettori, giornalisti e altri senza nessun tipo di limitazione. Chi c’era racconta di un clima goliardico e un grosso assembramento.

Prima chiama perduta

L’organizzazione con le chiame contingentate ha creato alcuni problemi alla gestione del voto: rispetto alle comunicazioni degli ultimi giorni, le numerose schede bianche hanno fatto saltare i tempi previsti dalla presidenza della Camera, cosicché molti parlamentari non si aspettavano di essere già chiamati a votare e hanno perso la prima chiama.

Cunial esclusa

Non ha potuto votare la deputata No-vax Sara Cunial, priva di green pass e quindi senza possibilità di accedere alla Camera. Non avendo avuto modo nemmeno di entrare nell’area posivi, Cunial ha annunciato querele per tutti coloro che le hanno impedito l’accesso a palazzo Montecitorio.

Il nuovo grande elettore

Oggi dovrebbe essere proclamato in una seduta apposita anche il nuovo grande elettore numero 1.009 che sostituirà l’azzurro Enzo Fasano, scomparso domenica sera. Questo è quanto emerge da dalla Conferenza congiunta dei capigruppo di Camera e Senato. A sostituirlo sarà Maria Rosa Sessa di Forza Italia, che si è detta addolorata più che emozionata. Proprio per permettere la proclamazione di Sessa, gli orari della seduta dovrebbero restare gli stessi, mentre mercoledì si inizierà a votare già dalla mattina.

I voti sprecati

Come da tradizione, durante il primo spoglio sono usciti anche molti voti a personaggi improbabili. Nel 2015 si erano segnalati tanti nomi “particolari”, da Sabrina Ferilli a Ezio Greggio, da Gianfranco Magalli.

All’epoca era piaciuto molto Antonio Razzi. Coperti anche gli appassionati di sport con i voti all’allora capitano della Roma, Francesco Totti. Anche quest’anno i parlamentari non hanno risparmiato quanto a creatività.

Oltre ai voti degli ex Cinque stelle, abbastanza compatti sul giudice Paolo Maddalena, vanno forti i divulgatori: Alberto Angela ma anche Alessandro Barbero. Piace molto Bruno Vespa, una manciata di voti li prende pure Bettino Craxi. Marco Cappato è il nome di FacciamoECO per la prima votazione ma c’è chi chiama in causa Bersani e Francesco Rutelli.

Arriva un voto anche per Vincenzo De Luca e alcuni per Silvio Berlusconi. Tra i nomi letti da Roberto Fico anche Giuseppe Cruciani, Claudio Lotito, Mauro Corona e Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus. Un gruzzolo di voti per Ettore Rosato di Italia viva, ma si sospetta che sia stata una goliardata dei suoi colleghi di partito.

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