Niente accesso al portale per registrare i pazienti Covid in attesa di ricovero o di un albergo protetto, e nemmeno al sistema di monitoraggio del sovraffollamento dei pronti soccorso.

Sono passati quasi venti giorni da quando il sistema informatico della regione Lazio è stato infettato da un virus che ha bloccato e messo a disposizione di un gruppo criminale i dati sanitari di circa 6 milioni di cittadini, ma le Asl della regione e i malati del Lazio stanno ancora subendo le conseguenze di quella vicenda. 

Dentro gli ospedali di Roma sono almeno cinque i programmi informatici che i medici dovrebbero potere utilizzare nella loro quotidianità e che invece restano ad oggi ancora bloccati.

Il sistema per i pazienti Covid

Secondo le fotografie che ci sono state inviate dalle strutture sanitarie, risulta ancora inaccessibile il sistema informativo Coa, tramite il quale i medici di pronto soccorso inseriscono i pazienti affetti da Covid-19 che hanno bisogno di un ricovero ospedaliero o di un posto letto in un albergo dedicato agli infetti Covid.

Inacessibile è anche il sistema informativo con cui vengono effettuate le prescrizioni online, sia di terapie che degli esami diagnostici. Questo sistema è anche quello che permette di inviare la prescrizione alle farmacie e ai pazienti tramite sms. In mancanza di un sistema del genere, i medici delle strutture ospedaliere sono costretti a fare tutte le ricette rosse che valgono solo dentro ai confini della regione.

Niente monitoraggio dei pronto soccorso

Risulta bloccato anche l’accesso al portale di monitoraggio in tempo reale dei pronto soccorso, pensato per controllare gli accessi alle strutture di tutta la città di Roma e il loro eventuale sovraffollamento. Questo portale, riservato al personale sanitario, permetteva anche di monitorare il numero di sospetti infetti da Covid-19 e quelli accertati. 

Il suo corrispettivo destinato ai cittadini che riportava “solo” il grado di sovraffollamento dei pronto soccorso è a sua volta non utiizzabile. 

Le teleconsulenze

Impossibile per i medici della regione Lazio anche utilizzare il sistema con cui le strutture ospedaliere fornivano consulenza l’una all’altra, fondamentale in particolare per quelle strutture sanitarie che non hanno tutte le specialità mediche al loro interno. Attraverso Teleadvice, questo il nome del programma, una struttura ospedialiera che risultava sguarnita del reparto di pediatria i di malattie infettive solo per fare un esempio, riusciva ad ottenere il facilmente il parere di un collega specialista su un paziente.

I disguidi affliggono Asl con bacini di utenza molto estesi: secondo i dati riportati nel piano sanitario regionale, delle sei Asl della Capitale, solo una è al di sotto del mezzo milione di utenti e due sono sopra il milione, con la Asl numero due che tocca il picco di un milione e trecento mila cittadini-utenti. 

Un po’ alla volta

Dalla regione, spiegano, hanno proceduto per priorità: il 5 agosto il presidente Nicola Zingaretti ha annunciato il ripristino del sistema di prenotazione delle vaccinazioni, che aggiungono dalla regione «non si sono mai fermate nemmeno a ferragosto» e del sistema dell’anagrafe sanitaria. Per la fine della prima settimana di agosto è stata ripristinata la posta elettronica di tutti i dipendenti e creato un nuovo sito per le prenotazioni, ma le attività di bilancio torneranno attive solo entro la fine di questo mese. 

Tra gli strumenti informatici da riattivare con urgenza, c’era anche il fascicolo sanitario elettronico, importante per l’attività anche dei medici di base, ma ad oggi è la stessa regione a spiegare che sarà ripristinato. A oggi non ci è stato fornito un calendario preciso nemmeno per la riattivazione dei servizi informatici interni agli ospedali. «Sistemeremo tutto un po’ alla volta», è la risposta.

Non solo il Lazio, ma la maggioranza delle ammministrazioni pubbliche sono fortemente carenti di competenze informatiche e di infrastrutture adeguate, oltre il 90 per cento sul fronte della sicurezza del cloud come è scritto nero su bianco sul Recovery plan. E però dopo che Zingaretti ha definito senza alcuna evidenza l’accaduto «un attacco terroristico», dimostrando di non sapere di cosa stava parlando, sul pasticciaccio di via Colombo nessuno ha molta voglia di metterci la faccia.

 La nuova assessora alla transizione digitale Roberta Lombardi che ha ricevuto le deleghe solo a maggio, non a caso non si è presentata alle conferenze stampa sull’accaduto. 

Fonti regionali sottolineano anche come l’attenzione mediatica si sia concentrata sul settore sanitario, guidato dall’assessore Alessio D’Amato, ma l’attacco abbia coinvolto tutti i settori dell’amministrazione. Insomma, una gara a prendere le distanze.

Mentre la procura di Roma continua le indagini, per evitare che ricapiti un caso del genere alla regione stanno preparando un nuovo round di assunzioni, a partire da settembre, di dirigenti con competenze informatiche e digitali. I bandi sono in preparazione proprio in questi giorni, mentre i medici degli ospedali si trovano di fronte schermi che ripetono «errore».

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