I partiti verso il Colle

Quirinale, l’esercito dei no a Mario. Tutti draghiani purché non faccia il grande passo

22/12/2021 Roma, conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Mario Draghi
22/12/2021 Roma, conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Mario Draghi
  • Il meno ostile è Letta, deve far sì che sul Colle il centrosinistra non perda pezzi. Ma da Franco a Colao a Cartabia, le alternative come premier non convincono Lega, FI e M5S.
  • Nel Pd siamo al paradosso che le schiere dei draghiani dem, quelli della corrente Base riformista che lo invocano persino come leader del centrosinistra per il 2023, sono i più scettici. 
  • Renzi stoppa l’idea della maggioranza uguale anche per il Colle: «Il Quirinale fa storia a sé». Il leader Iv è lo stesso di quando, un anno fa, fiutò l’aria della crisi del governo giallorosso e se ne mise alla testa. Oggi fiuta che in parlamento l’aria non è favorevole all’elezione di Draghi.

Il meno ostile di tutti è Enrico Letta, proprio il segretario che dai suoi «liberal» era accusato di essere troppo critico con Mario Draghi. Oggi invece tra i leader di maggioranza è il più possibilista sul trasloco di Draghi al Quirinale. «La partita Colle e quella Chigi vanno insieme, la condizione è non indebolire Draghi», spiega in queste ore. Letta però è anche l’unico a non vedere il voto anticipato come una iattura; e per lui Draghi al Quirinale è l’unica opzione in cui il Pd non perde

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