Fratelli d’Italia si appresta a celebrare a modo proprio l’8 marzo. E torna all’attacco della maternità surrogata, riprendendo la proposta di legge firmata nella scorsa legislatura da Giorgia Meloni. La volontà è quella di introdurre il «reato universale», rendendo illegale il ricorso a questa pratica, già vietata in Italia dalla cosiddetta legge 40, anche se fatta all’estero.

Un altro tentativo di colpire i diritti civili, che rappresenta un passaggio importante nella strategia del governo. Il testo che era stato predisposto da Meloni, da leader dell’opposizione, è stato ora presentato alla Camera dalla deputata del suo partito, Carolina Varchi, ed è stato già assegnato alla commissione Affari sociali di Montecitorio per iniziare l’iter.

Un modo per tradurre in atti concreti gli input della presidente del Consiglio, che in una recente intervista è tornata all’attacco, parlando della maternità surrogata come «la schiavitù del terzo millennio». Per questo, ha ribadito la presidente del Consiglio, «non mi rassegnerò mai all'idea che possa essere l'esito di secoli di lotte per i diritti delle donne».

Un passo in avanti

Al momento la proposta di legge non è in calendario, ma l’assegnazione alla commissione segna un passo in avanti. Anche perché c’è la spinta della maggioranza ad avviare il ciclo di audizioni, affrontare la fase di discussione e di emendamenti fino all’eventuale approvazione.

In caso di via libera, la surrogazione di maternità all’estero potrebbe essere punita con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mila a un milione di euro. Lo scopo, secondo quanto mette Varchi nero su bianco ricalcando le orme della sua leader, è quello di fermare la «diffusione del cosiddetto turismo procreativo, cioè di quel fenomeno per cui coppie italiane che non possono avere figli si avvalgono della tecnica della surrogazione di maternità in un Paese estero in cui la stessa è consentita».

«FdI, con il suo solito modo, strumentale e improprio, torna a parlare di maternità surrogata», dice la deputata del Pd, Ilenia Malavasi. «Si riprende addirittura un'idea di “reato universale” contro i cittadini italiani che decidono di andare all'estero per concretizzare un proprio desiderio di genitorialità».

Obiettivo propaganda

La norma non può trovare una concreta applicazione, secondo vari esperti, riguardando un piano internazionale. Lo ammette pure Varchi nella relazione della proposta. Il divieto attuale «opera solo a livello nazionale, mentre in altri paesi, sia europei sia soprattutto extraeuropei come India e Stati Uniti d’America, tali pratiche sono legali».

Insomma, Fratelli d’Italia vuole rendere fuorilegge qualcosa che viene attuato al di là del territorio nazionale, senza specificare come perseguire il reato che, sempre per ammissione di Varchi nella relazione della proposta, riguarda rari casi: «La giurisprudenza si è pronunciata solo in poche occasioni sulle problematiche legate alla surrogazione di maternità».

«Si tratta – insiste Malavasi – del consueto utilizzo mediatico di uno strumento penale, la solita propaganda di governo che non trova alcun presupposto per essere applicata nella giurisprudenza internazionale».

Al netto di qualsiasi valutazione tecnica, l’obiettivo è duplice: lanciare nell’arena del dibattito pubblico un argomento identitario, gradito a una parte di elettorato conservatore, anche al prezzo di evitare qualsiasi approfondimento reale sulla questione dell’utero in affitto.

L’intervento della presidente del Consiglio è stato indicativo. Dall’altra parte c’è un ulteriore tentativo di distrazione dalle questioni più calde, che stanno creando problemi alla maggioranza. Era accaduto con la presentazione della mozione sul Qatargate a Montecitorio, mentre il paese era sconvolto dalla tragedia di Cutro, e adesso si riparte con temi diversi.

Vecchio pallino

Tuttavia, nella scorsa legislatura Meloni ci aveva già provato, arrivando anche alla fase della votazione degli emendamenti. La leader di FdI depositò il testo tra i primi atti dopo l’insediamento, piazzando una bandiera identitaria. Nel 2020 ci fu un primo passaggio in commissione Giustizia.

Ma solo nell’aprile del 2022 iniziò il confronto nel merito e il mese successivo furono depositati gli emendamenti, con il centrosinistra compatto a chiedere la soppressione dell’unico articolo che vorrebbe rendere universale il reato di maternità surrogata.

Il passaggio a Montecitorio non è quindi inatteso. L’offensiva era partita già al Senato, in maniera congiunta tra dicembre e gennaio. Per Fratelli d’Italia ci hanno pensato l’attuale capogruppo e la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, firmatari del testo che vuole ampliare il reato previsto in Italia.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato il capogruppo della Lega a palazzo Madama, Massimiliano Romeo, che ha a sua volta presentato un disegno di legge dal titolo inequivocabile: «Norme in materia di contrasto alla surrogazione di maternità», il cui contenuto non è ancora pubblico. Ma con l’avvicinarsi dell’8 marzo, il centrodestra ha voluto rivendicare in altro modo la celebrazione della ricorrenza.

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