Alla Camera stanno per mettere il punto alla questione giustizia, ma anche a settembre gli scontri non mancheranno. Dopo il voto dell’aula di domenica sulle pregiudiziali sulla Cartabia, l’ultima settimana di attività della Camera prima della pausa estiva sarà dedicata fino a mercoledì all’approvazione definitiva della riforma, mentre fino a venerdì si voterà sul pacchetto di assunzioni nella Pa volute dal ministro Renato Brunetta e sulla riorganizzazione del ministero per la Transizione energetica. Al Senato invece la prima settimana di agosto sarà dedicata alla conclusione dei due provvedimenti che riguardano cybersicurezza e la norma che vieta l’accesso delle grandi navi nella laguna di Venezia.

Poi, tutti in vacanza: la ripresa è programmata per il 30 agosto, ma tradizionalmente la prima settimana è dedicata all’attività delle commissioni. Le aule saranno quindi convocate non prima della seconda settimana del mese. E già prima delle riunioni dei capigruppo (quella del Senato è convocata per martedì pomeriggio prossimo) che definiranno il calendario dei lavori, è chiaro che il da fare non mancherà.

Al Senato

A palazzo Madama, la priorità sarà senz’altro la seconda lettura della riforma Cartabia su cui Montecitorio sta lavorando in queste ore: verosimilmente, sarà il primo provvedimento ad approdare in aula, blindato dall’accordo di maggioranza raggiunto giovedì.

L’approvazione sarà molto veloce, anche perché il tempo stringe: la settimana precedente alle elezioni, in questo caso le amministrative del 3 ottobre, viene sempre dedicata alla campagna elettorale. Questo significa che lo spazio utile per discutere i testi è limitato a due settimane, una dedicata appunto alla Giustizia, l’altra a uno dei due provvedimenti che sono all’ordine del giorno per i primi Consigli dei ministri di settembre: quello sulla concorrenza e la riforma del fisco.

Per quanto riguarda la seconda è già a disposizione il testo di un’indagine conoscitiva condotta dalla Commissione bilancio della Camera e sarebbe a un passo dalla finalizzazione una bozza di riorganizzazione firmata dal ministro dell’Economia Daniele Franco. È ancora incerta l’assegnazione dei testi per l’esame del parlamento, ma è verosimile che vadano uno a ciascun ramo del parlamento. Andrà ripreso anche l’esame del ddl Zan, sospeso dopo sedute infuocate in favore della conversione del dl Sostegni bis. Si ripartirà dalla discussione generale, con gli emendamenti già depositati.

Martedì alla riunione dei capigruppo Italia viva chiederà di calendarizzarla prima della pausa estiva dei lavori di palazzo Madama, il prossimo 6 agosto. «Registro l’imbarazzo e il silenzio di chi considerava la legge una questione di vita o di morte, media compresi. Gli unici a parlarne siamo noi di Italia viva, tutti gli altri imboscati», spiega Davide Faraone, capogruppo Iv al Senato. Tuttavia, il ddl Zan non legge da affrontare in poche ore: sono quasi mille gli emendamenti presentati. Ma soprattutto in molti spiegano che c’è un gentlemen’s agreement fra Pd e Lega per riprendere le ostilità a settembre, argomento perfetto per darsele di santa ragione nella campagna delle amministrative.

A fine settembre bisognerà anche fare un veloce passaggio per quanto riguarda il provvedimento che regola il green pass, per cui sono appena state votate le pregiudiziali alla Camera tra le proteste per cartelli di Fratelli d’Italia: i sessanta giorni per trasformare il decreto legge scadrebbero per allora, quindi la scadenza è tassativa.

A ottobre invece c’è il pacchetto scuola da risolvere. Il decreto per normare ripresa delle lezioni e i trasporti pubblici nella quarta ondata dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri già la prossima settimana, ma poi andrà convertito dalle camere. Senza contare poi che a metà ottobre si entra in sessione di bilancio. Quest’anno l’esame del testo parte dal Senato, quindi da dopo le amministrative tutti gli altri provvedimenti passeranno in secondo piano.

Alla Camera

Tra le priorità assolute di Montecitorio alla ripresa dovrebbe esserci invece il decreto green pass, che deve passare al Senato entro fine settembre e che alla Camera è ancora quasi all’inizio dell’iter. L’altra settimana disponibile sarà dedicata alla misura tra riforma del fisco e testo sulla concorrenza che non tratterà il Senato. Alla Camera si attende di calendarizzare anche una proposta di legge sulla parità salariale di genere a prima firma della deputata Pd Chiara Braga, già approvata in Commissione lavoro, e il testo sull’equo compenso a prima firma Giorgia Meloni.

La proposta, che riguarda gli standard minimi di compenso dei professionisti doveva in origine essere approvata la settimana scorsa, ma è stata rimandata in commissione per motivi di calendario. L’autunno sarà caldo, le misure che arrivano dal governo incombono e insieme a loro elezioni amministrative e sessione di bilancio. E questo è solo l’antipasto, perché a gennaio e febbraio tutto si fermerà di nuovo per l’elezione del presidente della Repubblica.

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