Per superare la burrasca del Pd a Ostia, il sindaco di Roma appena eletto, Roberto Gualtieri, ha aperto una trattativa al Campidoglio per portare la delega sul litorale dal municipio al comune di Roma, pronto ad assumersene direttamente lui la responsabilità.

Al momento la competenza è appannaggio del presidente del municipio dem, Mario Falconi, anche lui vincente dalla recente tornata elettorale. Il minisindaco però ha causato subito una sollevazione interna: ha esordito nominando tre assessori che facevano parte della giunta e del consiglio del municipio sciolto per mafia nel 2015.

Il passato e i clan

Come raccontato da Domani, i Giovani dem hanno protestato incatenandosi alle porte del municipio, altri hanno chiesto al segretario del Pd Enrico Letta un confronto diretto. I tre assessori che provenivano dalla giunta sciolta di Andrea Tassone sono Antonio Caliendo, assessore ai Lavori pubblici nella passata giunta e oggi assessore al Turismo e alle attività produttive, un ruolo chiave per i rapporti con gli stabilimenti balneari; il secondo è Giuseppe Sesa, capogruppo del Pd con Tassone e adesso assessore al Bilancio e alle politiche abitative. Il terzo è Eugenio Bellomo, capogruppo di Sinistra ecologia e libertà prima e poi assessore ai Lavori pubblici e al patrimonio.

Tutti ruoli pesanti in un municipio che, pur essendo parte del comune di Roma, ha una popolazione di oltre 250 mila abitanti ed è noto al grande pubblico anche per gli affari degli Spada, riprodotti da romanzi e serie Tv come il clan di Ostia, e i Fasciani.

La realtà in questo caso ha fatto sì che Tassone sia stato condannato a cinque anni di carcere – in primo grado e in appello  –, per il suo coinvolgimento nel processo “Mondo di mezzo”, dalla ormai celebre espressione di Massimo Carminati che spiegava così il trait-d’union tra il mondo del crimine, quello della alta finanza, quello della politica.

Nessuno dei tre nuovi assessori è stato coinvolto nei fatti, ma la scelta, fatta per non scontentare nessuna delle aree interne del Pd, non è piaciuta alla base.

Il presidente ha definito le accuse “attacchi strumentali” e ha cercato di risolvere prendendo su di sé la responsabilità sul litorale: «Sono stato costretto a tenere per me viste le notevoli diverse sensibilità registrate nei numerosi colloqui di formalizzazione della giunta» ha riportato in una nota.

Dopo che la situazione è esplosa, Gualtieri è intervenuto personalmente ricevendo in Campidoglio una delegazione dei dissidenti, e anche se già nel programma immaginava di creare un ufficio ad hoc immaginando «più Ostia a Roma» ha ribadito la promessa preparandosi ad avocare la delega. Bellomo ha già rassegnato le dimissioni e a quanto risulta a Domani la prima intenzione sarebbe stata quella di nominare un nuovo assessore dei Verdi, Eugenio Calcerano.

La testa di Calcerano però sarebbe quella pronta a saltare per lasciare spazio all’area scontenta del Pd. I ruoli non sono ancora definitivi e si tratta solo di una questione di caselle, non è detto che la sostituzione sia nella stessa posizione. Intanto  “gli incatenati” sono riusciti ad arrivare al “nazionale” e mercoledì saranno ricevuti anche dal segretario Enrico Letta.

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