- È ancora forte lo stereotipo del pacifista che se ne sta zitto e buono a casa e poi, quando scoppia un conflitto armato, corre in piazza con la bandiera arcobaleno a protestare ed invocare la pace.
- Oggi un movimento pacifista e nonviolento maturo non deve farsi dettare l’agenda politica dai lanci di agenzia, ma seguire una propria strategia, condurre proprie campagne costruendo e allargando reti di relazioni e operando nei conflitti reali.
- Con il nuovo scenario internazionale e le guerre correlate (ex-Jugoslavia e Iraq) è nato il nuovo pacifismo, quello umanitario, quello che ha messo “gli scarponi sul terreno” e si è confrontato direttamente con la “guerra infinita”.
Ad ogni rumore di cannone riprende vigore la giaculatoria “ma dove sono i pacifisti?”, rilanciata da chi subito chiude le orecchie per non ascoltare la risposta. A costoro, forse, dei pacifisti come delle vittime dei conflitti non interessa nulla, presi come sono dalla vis polemica che serve solo ad affermare se stessi. Per gli interessati alla risposta ecco alcune tracce per scoprire dove sono e cosa fanno i pacifisti, i disarmisti, i nonviolenti. È ancora forte lo stereotipo del pacifista



